Baby gang, 76 arresti in 6 mesi: "Fenomeno in aumento e diffuso"

Il bilancio del questore Petronzi. Crescono anche le violenze sessuali, nuova gestione degli eventi in centro

gang giovanili

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L’aumento della violenza giovanile, "non esponenziale" ma preoccupante e "diffuso sul territorio". L’incremento degli abusi sulle donne, in casa o per strada. La gestione dell’ordine pubblico, con la sperimentazione di formule inedite per i grandi eventi. L’esigenza di dare risposte alle aspettative (elevatissime a queste latitudini) dei cittadini, tenendo ben presente la massima del prefetto Renato Saccone "I reati sono sempre meno, ma sempre troppi" e cercando il più possibile di "fare densità" in tutta la metropoli per arginare il sentiment negativo che si nutre pure dei video postati su gruppi social sempre più cliccati. Il bilancio dei primi sei mesi del 2022 sul fronte sicurezza parte, mai come stavolta, dall’inizio: dai raid sessuali di gruppo nelle prime ore della notte di Capodanno, che col senno di poi hanno condensato in un’unica finestra spazio-temporale tre delle questioni che più hanno impegnato il questore Giuseppe Petronzi e la sua squadra negli ultimi 180 giorni.

La prima riguarda i presunti autori degli assalti: ragazzini, minorenni o appena maggiorenni, alcuni arrivati insieme e altri aggregatisi sul posto senza essersi mai visti prima. Legami "liquidi" che si fa fatica a inquadrare nell’espressione "baby gang", che per definizione presuppone l’esistenza di una banda di persone che si conoscono, e che per questo sono ancor più complicati da mappare e monitorare. Legami a volte rinsaldati dai "cattivi maestri" del rap (anche se, la precisazione, "a noi non interessa il genere musicale, solo il dato criminale"), che alimentano la voglia di "contrapposizione alle forze dell’ordine" e contribuiscono a dar vita a "episodi estemporanei e difficilmente prevedibili".

Da gennaio in avanti, è stato proprio questo il lavoro, spesso oscuro e sfiancante, messo in campo da via Fatebenefratelli: "Fare una radiografia di quello che c’era", la sintesi di Petronzi. Con un obiettivo dichiarato: "Tenere la temperatura più bassa". La strategia è stata declinata su più piani: quello della prevenzione, coi controlli tra piazza Duomo e piazza Mercanti (più di 6mila identificati) e l’emissione di ordini di allontanamento e Daspo urbani (più di 100 all’ombra della Madonnina e nell’area della Loggia); quello della repressione nelle zone più battute della movida, che ha portato gli specialisti della Squadra mobile e i colleghi di Volanti e commissariati ad arrestare 76 giovanissimi (età media di 23 anni), a denunciarne altri 68 per reati predatori (furti e rapine di cellulari, portafogli e catenine) e a perfezionare quella "capillarità di intervento" che ad esempio ha consentito nella notte tra sabato e domenica di reagire immediatamente alla rissa con sparatoria in corso Como.

E passiamo all’altro tema, altrettanto allarmante e che ha in comune col precedente l’aspetto della "sopraffazione": le violenze sessuali. Già nel 2021 le statistiche avevano fotografato un trend in crescita (285, 9 in più dell’anno precedente e 18 in più del 2019) e in controtendenza rispetto al calo registrato nella stragrande maggioranza delle altre tipologie di reato. Un trend che si conferma e che necessita "del massimo impegno investigativo, senza alcuna distinzione". E veniamo infine alla Milano degli eventi, con un focus particolare su piazza Duomo: i concerti di Radio Italia e della coppia Fedez-J-Ax hanno tenuto a battesimo la chiusura totale dell’area (nel secondo caso la "cinturazione" è avvenuta la sera prima) e sono serviti per rispolverare schemi già adottati nell’epoca pre-pandemia (corridoi per accelerare i soccorsi e numero chiuso con contapersone). Ultima nota per le periferie difficili: dopo il blitz in via Bolla, seguito alla maxi zuffa con bastoni e spranghe, ieri mattina sono stati liberati venti sottotetti e altrettante cantine nello stabile Aler di via Zamagna 4 a San Siro.

 

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