Galleria, Gucci cede a Bottega Veneta e fa raddoppiare l’affitto al Comune

L’avvicendamento dei marchi dello stesso gruppo comporta l’aumento del canone fino a 1,1 milioni. La casa di moda non lascerà il Salotto ma si trasferirà nello spazio lasciato libero da Massimo Dutti

di Massimiliano Mingoia

Triangolazione in Galleria Vittorio Emanuele. Gucci lascia le sue attuali tre vetrine per dare spazio a Bottega Veneta, marchio dello stesso gruppo Kering. A sua volta Gucci trasloca nel lato opposto del Salotto dei milanesi nello spazio di 956 metri quadrati che si era aggiudicato nel settembre 2021 per la cifra record di 4,5 milioni di euro dopo che quei locali erano stati lasciati liberi da Massimo Dutti durante la pandemia.

L’operazione di avvicendamento Gucci-Bottega Veneta è stato approvato venerdì dalla Giunta comunale su proposta dell’assessore al Bilancio e Patrimonio Emmanuel Conte. È un’operazione che frutterà mezzo milione di euro in più all’amministrazione municipale, proprietaria della Galleria. Il motivo? Invece del rilascio delle attuali vetrine (nel Salotto non è ammessa la presenza di più negozi con lo stesso marchio) Gucci ha proposto il passaggio di consegne a Bottega Veneta con il subentro nel contratto, che in base alle regole fissate dal Comune nel 2012 può avvenire solo con un raddoppio del canone di concessione. L’incasso annuo per Palazzo Marino passerà dunque dagli attuali 575 mila euro versati da Gucci a un milione e 150 mila euro di canone di affitto che saranno versati da Bottega Veneta. Il passaggio di consegne è previsto entro la prossima primavera. Va ricordato che Gucci ha aperto il suo negozio in Galleria nel 2003. L’attuale contratto, firmato nel 2016, è in scadenza nel 2034.

L’assessore Conte, intanto, commenta: "Il provvedimento dimostra l’importanza del regolamento approvato. Le regole che disciplinano la Galleria garantiscono un mix funzionale e tutelano le botteghe storiche secondo criteri oggettivi, ma le gare pubbliche da un lato e i vincoli per il subentro dall’altro, ci permettono di massimizzare il valore dei beni che i milanesi ci hanno affidato: è importante oggi più che mai per finanziare i servizi alla città".

Sempre a proposito di immobili comunali, ecco la classifica delle aste degli ultimi anni per quanto riguarda i soldi incassati da Palazzo Marino. Al primo posto la vendita del Pirellino a Coima sgr per 175 milioni di euro (+ 18,6 milioni per il diritto di superficie novantennale del parcheggio sotterraneo di piazza Einaudi) nel marzo 2019. Al secondo posto la cessione dell’immobile di via Gioia 20 sempre a Coima sgr per 78,9 milioni (novembre 2017). Al terzo le 15 caserme a Invimit Sgr per 68,5 milioni (dicembre 2018-gennaio 2020). Al quarto la vendita dello stabile di largo Treves a Stella Re srl per 52.750.000 euro (maggio 2021), al quinto quella del Palazzo delle Scintille a Generali per 30,1 milioni (dicembre 2019). Al sesto la vendita di via Vercelli 22 a Chris Reale Estate srl per 10.517.000 euro (luglio 2021), al settimo quella di via Edolo 19 a Covi Immobiliare srl per 3.900.000 (maggio 2021).

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