BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Furti, scippi e rapine a raffica: arrestato dopo almeno 19 colpi

Il 19enne è stato riconosciuto da una donna di Gorgonzola che l’aveva colto sul fatto in casa sua

di Barbara Calderola

Quando i carabinieri le hanno fatto sfogliare l’album con le foto dei sospetti ha riconosciuto "senza ombra di dubbio" il ragazzo che si era ritrovata davanti a casa per pochi istanti di buon mattino l’8 maggio scorso, in salotto. Terrore puro. Per Walid Hajl, 19enne di origini algerine, senza fissa dimora con un domicilio a Gorgonzola, è stato l’inizio della fine. Ieri, l’Arsenio Lupin della Martesana è stato arrestato con l’accusa di rapina e furto aggravato, ora è in custodia cautelare per ordine del giudice a San Vittore. È stata proprio la testimone a imprimere una svolta all’indagine, lei ha permesso agli investigatori di tracciare l’identikit dell’aggressore. "Esile, alto 1 metro e 60, carnagione olivastra, sui 16-17 anni con una felpa grigia con il cappuccio", ha raccontato la donna in caserma dopo averlo sorpreso con il proprio computer e 200 euro in contanti. La professionista era uscita un attimo, alle 7.30, lasciando la porta aperta e al rientro si era trovata faccia a faccia con il ladro. Per aprirsi la via di fuga Hajl l’aveva minacciata con un cavatappi e lei, che gli stava strappando la borsa di mano, a quel punto spaventata aveva desistito. È uno dei 19 colpi messi a segno dal giovane fra aprile e giugno in città, a Cernusco e a Milano. L’esordio, negli armadietti della casa di riposo Vergani e Bassi, dove rubò due bancomat a una dipendente usati poi per fare acquisti.

A suo carico ci sono anche scippi sempre con lo stesso copione: aspettava che le vittime si distraessero mentre facevano la spesa per arraffare gioielli, portafogli, borse, lasciando di stucco i malcapitati che se ne accorgevano solo quando lui ormai era lontano. Non gli è però sempre andato tutto per il verso giusto: sul Naviglio, il 12 maggio ha fallito con un viaggiatore in attesa della metropolitana: voleva rubargli il trolley con l’aiuto di un complice, ma la prontezza del passeggero li ha messi in fuga. I due avevano cercato di abbindolarlo chiedendogli un’informazione, un classico, ma l’uomo non ci era cascato. Tanti episodi diversi, con un unico denominatore comune, la descrizione dell’assalitore, per i carabinieri il lavoro certosino di pescarlo dalle immagini in arrivo dalle telecamere. Ieri, per l’algerino che era diventato l’incubo dell’hinterland, la parola fine, fino al processo.