Furti e insulti agli ultimi fra gli ultimi: per i clochard nemmeno il centro di Milano è un luogo sicuro

La denuncia delle associazioni di volontari sul campo Ronda Carità e Solidarietà e Milano in Azione onlus Più episodi tra San Babila, piazza Fontana, Cairoli e via Dante. "E le baby gang minacciano i senzatetto"

Fondamentale l’assistenza delle associazioni di volontari ai senzatetto a Milano

Fondamentale l’assistenza delle associazioni di volontari ai senzatetto a Milano

Milano – Furti, ma anche odiosi insulti. Il centro storico, da anni fra le zone predilette dai clochard che non vogliono saperne di andare in dormitorio, è diventato di notte una zona pericolosa anche per chi vive di stenti. C’è una microcriminalità che non si fa problemi a depredare gli emarginati, appisolati sui marciapiedi, dei pochi oggetti personali, e baby gang che hanno trovato negli “ultimi” il capro espiatorio per sfogarsi del vuoto pneumatico delle loro esistenze.

A denunciarlo sono associazioni di volontariato che da anni operano con le unità mobili lungo l’asse fra San Babila e Cairoli. "I furti in strada ai danni dei senza fissa dimora sono sempre accaduti ma non questa frequenza. Negli ultimi mesi diversi utenti ci hanno raccontato che ci sono bande che li derubano verso le 4 di notte, quando sono addormentati. Si impossessano di zaini con i loro pochi soldi, cellulare e documenti, e persino di scarpe usate. Gli episodi si concentrano fra San Babila, piazza Fontana e via Dante", denuncia Magda Baietta, presidente 73enne di Ronda Carità e Solidarietà, storica associazione operativa dal 1998, nei quadranti centro-est e centro-ovest.

"Una guerra tra poveri? Non sempre. In alcuni casi il furto avviene di sera e sembra più un dispetto da parte di baby gang che li riempiono di insulti per la loro condizione di emarginati. Il punto è che non sentendosi più al sicuro, i senza dimora si allontanano e per noi risulta difficile rintracciarli" aggiunge. Un allarme sottoscritto anche da “Milano in azione”, onlus che dal 2012 offre assistenza alle persone gravemente emarginate in centro e nel versante ovest della città.

"Anche a noi sono arrivate plurime segnalazioni di furti in centro, qualche ora prima dell’alba. Sono reati che complicano una vita già difficile: spesso queste persone non hanno soldi sufficienti per comprarsi un altro cellulare e poi, perdendo tutti i contatti, rimangono ancora più isolate. Quanto ai documenti, se parliamo di extracomunitari, l’iter per il rifacimento può essere lunghissimo. C’è un ragazzo del Ghana, derubato mentre dormiva su una panchina, che attende da più di un anno", rimarca Luca Sechi, presidente 33enne di Mia.

Più contenuto il fenomeno nei quartieri periferici. "In periferia dove operiamo non ci risulta un incremento. Semmai il vero problema è che sacchi a pelo e coperte, equiparati a rifiuti abbandonati, vengano gettati via dagli operatori che puliscono le strade" dice Alberto Poretti, 84enne presidente di VoCi (Volontari Cittadini) che opera da otto anni nelle periferie ovest, sud ed est della città. "Purtroppo dalla nostra esperienza non credo che ci sia un senza fissa dimora che nella vita non abbia subito un furto, anche di scarpe e coperte. Il nostro impegno, con le unità di strada, è anche quello di fornire al più presto i beni di prima necessità di cui hanno bisogno" aggiunge Sara Prometti, 51enne capo gruppo di Cisom Milano che dal 2010 con le unità di strada assiste gli invisibili in zona centro e sud-est.

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