Fuga da Milano? Da Pavia a Cremona e Mantova, chi (e perché) pensa di lasciare la città per la campagna

Dal Think Tank “The European House - Ambrosetti” emerge che il 50% degli intervistati sta valutando di lasciare la metropoli cara e stressante. Ma con che garanzie?

Ponte di Barche a Commessaggio, comune in provincia di Mantova

Ponte di Barche a Commessaggio, comune in provincia di Mantova

Milano, 28 novembre 2023 – Lascio la metropoli e vado a vivere in campagna. Non è una battuta: sono sempre di più i milanesi che guardano ai territori rurali come possibili luoghi di residenza alternativi alla metropoli.

Un po’ perché la vita a Milano è diventata sempre più cara. Un po’ perché (non da oggi) nel capoluogo regionale, la più europea delle città italiane, i ritmi sono sempre molto stressanti. Carriera e stipendio sono importanti ma soprattutto la pandemia ha aperto gli occhi un po’ a tutti facendoci riscoprire nuovi ritmi e stili di vita. 

Una paese dell'Oltrepo Pavese
Una paese dell'Oltrepo Pavese

È quanto emerge dalla ricerca del Think Tank The European House - Ambrosetti presentata oggi a Palazzo Lombardia e commissionata dai GAL (Gruppi Azione Locale) di Pavia, Cremona e Mantova per capire la percezione e il giudizio dei milanesi.

Tra il campione di 500 intervistati il 15% dichiara di essere intenzionato a trasferirsi in cittadine e borghi di campagna, mentre il 51,7% afferma che valuterà questa opzione in futuro: la possibilità di (ri)programmare parte della propria vita in una zona rurale è manifestata soprattutto da chi è nel pieno della propria attività lavorativa (60,8% nella fascia 45-54 anni) o prossimo alla pensione (50,6% nella fascia 55-64 anni).

Un antico borgo della Lomellina
Un antico borgo della Lomellina

Servizi di base

L’offerta dei servizi di base – come i presidi socio-sanitari, le farmacie e i servizi di assistenza alla persona - sono ritenuti, da oltre il 60% del campione di rispondenti milanesi, un fattore distintivo non solo della qualità della vita, ma soprattutto una priorità per la vita in un’area a vocazione rurale, insieme ad altri fattori della vita quotidiana tra cui la disponibilità di centri commerciali e di efficaci reti di connettività e collegamento verso l’“esterno”, come i trasporti pubblici e la banda larga.

La garanzia di un ambiente “sicuro” (per 7 rispondenti su 10) e la disponibilità di spazi aggregativi, socio-ricreativi e culturali (per il 44% dei rispondenti) da un lato, e la possibilità di avere una situazione lavorativa soddisfacente e “agile” – come vicinanza del luogo di lavoro, salario e prospettive di carriera e remote working (in media per la metà del campione intervistato) - dall’altro sono ulteriori fattori che, nel percepito dei residenti dell’area metropolitana milanese, connotano il concetto di qualità della vita.

Il castello di Valeggio, in provincia di Pavia
Il castello di Valeggio, in provincia di Pavia

Prezzi delle case

Il costo delle abitazioni e la qualità dell’ambiente sono i driver principali per il campione maschile, mentre il campione femminile assegna i voti più alti ai servizi alla persona quali nidi, scuole, ospedali oltre alla qualità dell’ambiente che risulta essere un fattore determinante e comune a tutti gli intervistati. Interrogati, invece, sulla percezione e conoscenza delle aree rurali lombarde oggetto della ricerca, sebbene siano valutate tendenzialmente positive, il 18% del campione non conosce o non ha mai visitato le tre aree dell’Oltrepò Pavese, della Lomellina e dell’Oltrepò Mantovano e Oglio Po.

Tra chi invece li conosce, questi tre territori lombardi sono piuttosto apprezzati come destinazione per gite “fuori porta” nel fine settimana e sono riconosciuti per le loro eccellenze locali, come l’offerta enogastronomica, il paesaggio e il sistema fluviale.  

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