Fuga del posto pubblico "Serve un welfare creativo per chi arriva a Milano"

di Andrea Gianni

MILANO

"Il lavoro pubblico, a Milano e in Lombardia, non è competitivo rispetto a quello nel settore privato. Per questo, senza rispolverare la questione delle “gabbie salariali“, bisognerebbe studiare sistemi di welfare locali per sopperire a stipendi inadeguati rispetto al costo della vita". Il giuslavorista Maurizio Del Conte, docente della Bocconi e presidente di Afol Met, a capo dei centri per l’impiego sul territorio, osserva il calo di appeal del posto fisso negli uffici pubblici, tradizionale rifugio per chi cerca una stabilità lavorativa.

Fra dimissioni e scarso turnover gli uffici pubblici sono in affanno, e questo si ripercuote sui servizi ai cittadini.

"Quando esistono alternative interessanti nel settore privato, come succede in questo periodo a Milano e in Lombardia, il posto pubblico diventa meno attrattivo. Gli stipendi nel pubblico sono più bassi e, nella maggior parte dei casi, inadeguati per chi deve trasferirsi da altre regioni d’Italia in una città come Milano e non può contare su appoggi familiari. L’Italia, così, risulta sempre più spaccata in due".

È solo una questione di costo della vita o sono in gioco altri fattori?

"Confrontando le grandi città del Nord e del Sud Italia, emerge che al Sud il costo della vita è del 30% inferiore. È evidente che, in zone dove l’economia arranca, il posto pubblico oltre a essere l’unica alternativa consente anche di ottenere uno stipendio sufficiente per vivere. In Lombardia, dove le imprese sono alla ricerca di personale che non trovano, esiste una alternativa. I lavoratori vanno dove vengono offerte le condizioni e le prospettive migliori".

Si potrebbe alzare lo stipendio dei dipendenti pubblici che lavorano al Nord?

"Non è possibile agire sui contratti collettivi, che sono nazionali, ma le pubbliche amministrazioni potrebbero applicare strumenti di welfare locali. Penso ad esempio a un sostegno al pagamento degli affitti e delle spese sanitarie, alla messa a disposizione di alloggi con canone calmierato, a misure che vanno oltre i soldi in più in busta paga. Bisogna usare fantasia e creatività, per rendere più attrattivo un posto di lavoro e bloccare la fuga di risorse. Poi sono convinto che i dipendenti pubblici debbano essere pagati meglio, magari assumendo personale più qualificato e sviluppando la tecnologia per velocizzare alcune funzioni che ora vengono svolte dalle persone. Servirebbe una riforma della pubblica amministrazione, per metterla al passo con i tempi".

Anche nei vostri uffici di Afol riscontrare la difficoltà a reperire personale per la gestione dei centri per l’impiego e degli altri servizi?

"Noi, nonostante il rafforzamento del personale, siamo sotto organico di 80 dipendenti. Questo, oltre alla difficoltà nel reperimento di risorse e nel rimpiazzare chi va via, è dovuto anche alla macchinosità dei concorsi pubblici".

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