Frammenti di memoria "Ricordare l’orrore costa dolore e fatica E voi non dimenticate"

Anna Maria Crasti, esule istriana, agli studenti del Primo Levi

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di Alessandra Zanardi

"Ricordare costa dolore e fatica, ma è grande la gioia quando si vedono le nuove generazioni raccogliere e perpetrare la memoria, con la testa e col cuore". Queste le parole di Anna Maria Crasti, esule istriana, pronunciate nel pomeriggio di ieri allo Spaziocultura di San Giuliano, dove la donna, oggi 81enne, ha assistito ad uno spettacolo teatrale e alla mostra "Frammenti di memoria: l’arte altrove", entrambi realizzati dagli studenti del liceo linguistico Primo Levi. La sua presenza ha reso più significative le iniziative per la Giornata del ricordo, con le quali anche San Giuliano ha reso omaggio alle vittime delle atrocità e delle persecuzioni commesse negli anni Quaranta, dalle milizie di Tito, sul confine orientale dell’Italia. Originaria di Orsera, nel Sud dell’Istria, la piccola Anna Maria non aveva nemmeno sei anni quando iniziò la lunga catena di trasferimenti coatti, alla quale fu sottoposta. Prima fu costretta a scappare con la madre a Trieste ("fuggimmo su una barca, ricordo i remi avvolti negli stracci per fare meno rumore"), poi rimandata ad Orsera dalle nonne, quindi di nuovo a Trieste coi genitori. Era il 10 febbraio 1947 quando una parte dell’Italia finì sotto il dominio slavo, "ma già a partire dagli ultimi mesi del ‘46 il clima si era appesantito: in quel periodo mio padre venne arrestato con l’accusa di essere un nemico del popolo, imprigionato e torturato. Per fortuna riuscì a salvarsi", ha raccontato l’ospite a margine delle iniziative allo Spaziocultura. "È doveroso non dimenticare l’orrore - ha proseguito -, ma anche conservare quel serbatoio di cultura e tradizioni che istriani e dalmati hanno rappresentato e continuano a rappresentare".

Con queste motivazioni Anna Maria Crasti ha ricordato anche la storia del noto stilista Ottavio Missoni, a sua volta esule, dalla città di Zara. E a Missoni è dedicata una parte delle mostra allestita dai ragazzi del Levi, che con un omaggio da un lato allo scomparso stilista, dall’altro all’artista italo-israeliana Sabina Schkolnik Saad hanno voluto ricordare sia il dramma delle Foibe che l’orrore dell’Olocausto. La mostra dei giovani studenti è curata dalle professoresse Rita Borali e Vincenza Spatola.

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