
Roberto Formigoni
Milano, 7 novembre 2019 - Un assegno di 700 euro al mese per Roberto Formigoni, accordato dal Senato all’ex presidente della Regione Lombardia ed ex parlamentare condannato per il caso Maugeri, in attesa della decisione sul ricorso presentato dai suoi legali, che hanno chiesto la piena restituzione del vitalizio congelato lo scorso primo agosto, dopo che la condanna per corruzione è diventata definitiva. Strascichi, riportati dal “Fatto quotidiano”, del terremoto giudiziario che ha travolto Formigoni, 72 anni. Dalla scorsa estate l’ex governatore lombardo sta scontando la condanna a 5 anni e 10 mesi agli arresti domiciliari a Milano. Sostiene di vivere in povertà, con il suo patrimonio “volatilizzato” tra processi e sequestri.
«È stato privato anche di un reddito minimo che assicuri la sua stessa sopravvivenza», scrivono i suoi legali nel ricorso alla commissione contenziosa del Senato che dovrà esprimersi anche sulla questione del vitalizio. L’ultima tegola è arrivata dalla Corte dei Conti. Formigoni dovrà versare circa 47.5 milioni di euro per il «danno erariale» provocato alla Regione Lombardia per il caso Maugeri, in solido con altri, tra cui la stessa fondazione con sede a Pavia, i suoi ex vertici Umberto Maugeri e Costantino Passerino, il faccendiere Pierangelo Daccò e l’ex assessore lombardo Antonio Simone. La magistratura contabile, nelle motivazioni, ha parlato di un «comprovato sodalizio criminoso», di cui il Celeste avrebbe fatto parte e che aveva come fine «il mercimonio delle funzioni politico-amministrative». La Corte ha anche confermato il sequestro disposto nell’agosto del 2018 - che per effetto della sentenza è stato trasformato in pignoramento - delle somme sempre per circa 47,5 milioni, di cui circa 5 milioni, tra vitalizi e pensione già congelati, per il solo Formigoni. Il sequestro da 5 milioni corrisponde alle «utilità» che l’ex Governatore, considerato al centro di un «gravissimo sistema illecito di storno di denari pubblici a fini privati», avrebbe ricevuto: viaggi, vacanze, ristoranti e anche per l’uso di yacht e di una villa in Costa Smeralda. Lo stop all’erogazione del vitalizio e dei trattamenti pensionistici era scattato dallo scorso primo agosto, dopo che il Consiglio di presidenza di Palazzo Madama ha preso atto della sentenza della Cassazione che ha confermato la condanna per corruzione.
Il Senato ha dato atto, così, alla delibera del 2015 che prevede la sospensione delle erogazione di pensioni e vitalizi per i parlamentari condannati in via definitiva. Formigoni, però, non si è dato per vinto. E ha avviato una battaglia nel tentativo di ottenere lo sblocco dell’erogazione di denaro che, a suo dire, sarebbe indispensabile per vivere. «Roberto Formigoni ha dedicato l’intera propria esistenza alle istituzioni - scrivono i legali - con 18 anni di impegno presso la Regione Lombardia e 16 anni presso il Parlamento europeo, la Camera e il Senato». Per adesso ha ottenuto l’erogazione del mini-assegno di 700 euro al mese.