REDAZIONE MILANO

Fondi europei, l’Unione italiana vini restituisce 2 milioni a Bruxelles

Fondi europei, l’Unione italiana vini restituisce 2 milioni a Bruxelles

Due milioni di fondi europei (in odor di frode) restituiti alle casse di Bruxelles. Appare soddisfatto il procuratore regionale della Corte dei conti lombarda Paolo Evangelista (nella foto). La truffa ai danni dell’Unione europea - secondo l’accusa - riguarderebbe l’ottenimento da parte di Unione italiana vini, coop leader nel settore, di un finanziamento diretto pari a circa 5 milioni euro, (di cui 2 milioni già erogati in due tranche, una nel 2018 e una nel 2020) dalla Agenzia esecutiva dell’Unione europea per i consumatori, la salute, l’agricoltura e la sicurezza alimentare. Denari incassati dalla cooperativa "in qualità di beneficiario-coordinatore del progetto".

Le indagini della Procura europea e del Nucleo economico finanziario delle Fiamme Gialle di Milano, già emerse nel settembre scorso, avrebbero evidenziato "la presenza di illeciti accordi tra la cooperativa e il soggetto esecutore del progetto europeo", cioè Veronafiere spa, tra l’altro organizzatrice di Vinitaly. "Accordi illeciti" che avrebbero consentito alla cooperativa "di vedersi riconosciuto un ingiusto profitto non contemplato dal progetto" in base al quale, anzi, Unione italiana vini (Uiv) avrebbe dovuto sostenere il 20% dei costi del progetto finanziato da Bruxelles.

Secondo l’accusa della magistratura e della Corte dei conti regionale, Uiv avrebbe messo in piedi una procedura di gara di "mera facciata" perché sarebbe stata già d’accordo con la vincitrice designata del progetto esecutivo, Veronafiere spa. E in cambio della vittoria concordata sul bando europeo, "un importo pari al 35% dei sussidi pubblici ricevuti" da Veronafiere spa sarebbe poi tornato indietro all’Unione italiana vini sotto forma di compenso per consulenze fittizie. Le due società avevano infatti stipulato un "contratto di servizi" (accordo quadro) apparentemente indipendente dal progetto finanziato dalla Ue ma secondo gli inquirenti destinato proprio a nascondere il trucco.

Tutto ciò comportò già a settembre scorso l’emissione di un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di oltre 2 milioni e 85mila euro a carico dell’Unione itialiana vini. Oltre alle due società finirono indagate per truffa aggravata alle casse europee anche tre persone fisiche, ossia l’ad di Uiv, il direttore finanziario e un consulente della cooperativa.

Invitata dalla Corte dei conti lombarda a fornire deduzioni, Unione italiana vini "pur non rendendo ammissioni di responsabilità, ha provveduto all’integrale risarcimento del danno contestato in favore della Agenzia della Commissione europea danneggiata". Ora anche l’inchiesta penale potrebbe risentirne benevolmente.