ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Milano, ecco il "pronto soccorso dei flipper"

La famiglia Curti ripara i modelli: "I ricambi sempre più cari"

Rinaldo e Marco Curti

Milano, 4 agosto 2019 - La “clinica” che rimette in sesto i flipper andati davvero in tilt. Si trova in un magazzino nascosto in via Antonio Meucci. Una bella azienda di famiglia con 43 anni di storia, una delle pochissime rimaste in un settore un tempo molto florido. Oggi ci lavorano in due: Rinaldo Curti, 70 anni, mago della meccanica, e il figlio Marco, 37 anni, che è bravissimo ad aggiustare i circuiti elettronici. La «Elettronica 3 C» non si limita a riparare i modelli ma noleggia pinball in tutta la Lombardia: «Al momento abbiamo dato in comodato d’uso una trentina di macchine. Per la verità si trovano soprattutto in provincia. A Milano i locali sono troppo piccoli. Siamo riusciti a piazzarle solo all’Arci Bellezza e in un bar di Rogoredo» spiega Curti senior. Il signor Rinaldo ha iniziato a lavorare nel settore come tecnico a 14 anni, lavorando sui primi modelli elettromeccanici. Negli anni ’80 e ’90 fa affari d’oro non solo coi biliardini elettronici ma anche coi cabinati, gestendo ben quattro sale di videogiochi in località di montagna. Oggi i cabinati sono quasi tutti in magazzino. Le sale hanno chiuso una dopo l’altra con l’arrivo delle console domestiche.

«Il motivo per cui siamo rimasti in piedi è che abbiamo portato avanti anche il noleggio e la riparazione dei flipper: non ce ne siamo liberati come hanno fatto altre aziende. È stata la nostra fortuna perché adesso stanno tornando di moda. Piace il fatto che sia un divertimento molto “fisico”. I modelli più richiesti sono quelli ispirati alla Famiglia Addams, a Indiana Jones, a Theatre of Magic».

Proprio il «teatro magico», realizzato dalla casa statunitense Bally nel 1995, è «sotto i ferri» in questi giorni. «Su questo l’intervento è di pura manutenzione: pulitura dei singoli componenti, sostituzione dei gommini, controllo dell’impianto di illuminazione». Diverso il discorso per lo Star Trek della Williams del 1993: «È in riparazione. Abbiamo dovuto sostituire la scheda power board, da cui dipende l’alimentazione. In generale non è facile reperire i pezzi di ricambio. Non essendo prodotti in serie oggi sono diventati anche assai cari. Tanto più che bisogna importarli perché i produttori sono rimasti in Olanda e negli Stati Uniti. Per dire, per la bobina di un flippante bisogna sborsare 25 euro» dice Curti junior. Tra i modelli in casa c’è Medieval Madness: «È un pezzo ricercatissimo fra i collezionisti, l’ultimo titolo lanciato dalla Williams, nel 1997, prima che chiudesse. La sua quotazione è intorno a 10mila euro». Ma l’azienda milanese non ama fare speculazioni ai privati: «Preferiamo darlo in comodato d’uso ai bar». Come funziona il noleggio? «Ai titolari dei locali non costa nulla. Anzi guadagnano il 40% dell’incasso. Semmai tocca a noi ottenere il nulla osta dall’Agenzia delle Dogane e Monopoli e pagare ogni anno la cosiddetta “imposta sugli intrattenimenti”, oltre 200 euro ad apparecchio. Senza contare il prelievo fiscale sull’incasso». «Questo pazzo pazzo mondo di tasse», per dirla con gli Afterhours, non risparmia neppure i flipper.