Milano, cannabis light? No, droga vera al Festival

Sequestrato un chilo di marijuana all’Hemp. Bufera sullo slogan della festa

Manifesto del Festival Cannabis

Manifesto del Festival Cannabis

Milano, 7 maggio 2019 - «Io non sono una droga» è lo slogan scelto dagli organizzatori dell’Hemp Fest 2019 per pubblicizzare la fiera internazionale della cannabis che si è svolta a Milano. Uno slogan che ha suscitato polemiche e dure prese di posizione, richieste di bloccare la tre giorni nei padiglioni di via Mecenate e una segnalazione dei manifesti all’Authority delle comunicazioni da parte del sindaco Giuseppe Sala. A poche ore dalla fine del festival (il numero di visitatori non è stato ancora reso noto, nel 2018 furono 12mila), si è scoperto che quella frase in stile «guerrilla marketing» – associata a una foglia stilizzata di marijuana – non corrispondeva al vero almeno in due casi.

SÌ, perché il giorno dell’apertura, venerdì scorso, i controlli delle forze dell’ordine hanno portato al sequestro di un chilo di marijuana e di un panetto di hashish risultati positivi al narcotest, cioè con valori di Thc (il principio attivo della cannabis) superiori a quelli consentiti dalla legge per la cannabis light. Secondo la questura, gli agenti della Divisione polizia amministrativa e sociale e i colleghi del Gabinetto regionale della Scientifica hanno prima osservato gli articoli in esposizione (prodotti per il corpo, bevande e alimenti, abbigliamento e macchinari per la lavorazione della canapa industriale) e poi sottoposto ad analisi – prima con narcotest e poi in laboratorio – sei prodotti, tra infiorescenze di canapa del tipo marijuana e un «panetto» di resina del tipo hashish. Dagli accertamenti è emerso che due dei campioni esaminati avevano una percentuale di Thc superiore allo 0,5%, mentre in un caso il valore riscontrato si è rivelato pari al massimo consentito di mezzo punto percentuale.

Di conseguenza, gli investigatori hanno denunciato a piede libero per detenzione di droga un 35enne svizzero e un 34enne italiano (con precedenti per stupefacenti). Il 34enne esponeva i prodotti finiti sotto sigilli per conto di una società della quale è stato denunciato pure l’amministratore delegato di 36 anni. Su quell’azienda sono in corso approfondimenti, in particolare sull’autenticità di un rapporto di prova (preventivamente rilasciato da un laboratorio esterno) su un campione di sostanza che ne certificava una percentuale di Thc sotto la soglia-limite dello 0,5%; dal canto suo, il responsabile dell’istituto di tossicologia tirato in ballo ha riferito alla polizia «che il rapporto di prova esaminato non si riferisce all’azienda di cui l’indagato è titolare», bensì a un altro cliente. Da qui la contestazione al 36enne anche del reato di falsità materiale. Infine, una sanzione amministrativa di 4.800 euro è stata comminata alla società Control Cine Service Italia srl, che ha impiegato due addetti al controllo degli accessi sprovvisti del regolare via libera della prefettura. «Mi auguro che questo evento non venga più replicato», il commento dell’assessore regionale alla Sicurezza, Riccardo De Corato.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro