Reduce di guerra rimane solo, Vittorio Feltri gli regala un nuovo pappagallo

Francesco Pugliese, ex 007: "E' stata una sorpresa che non dimenticherò mai"

Francesco Pugliese con Vittorio Feltri

Francesco Pugliese con Vittorio Feltri

Un regalo insolito ma soprattutto inaspettato quello che Vittorio Feltri ha fatto a Francesco Pugliese, ex 007 in sedia a rotelle dal 2013, dopo un incidente mentre era in missione in Iraq. La sorpresa consiste in un pappagallo amazzone che "sostituisce" Andrea, l’inseparabile pennuto colorato originario del Sudamerica che Francesco aveva dal 2013 e che è morto per un infarto qualche giorno prima di Capodanno, forse a causa dei botti.

“Lo so che nessun animale è sostituibile perché ognuno, a suo modo, è speciale nel cuore del suo padrone e quando muoiono è un lutto. Però è anche vero che quando viene a mancare un affetto così importante l’unico modo per andare avanti è prendersi cura di un altro animale. Così quando la mia amica Azzurra mi ha raccontato che Francesco era molto triste e depresso senza il suo Andrea le ho detto: "Che problema c’è? Prendiamogliene subito un altro uguale" - racconta Vittorio Feltri -. E così detto fatto. Azzurra si è subito attivata per cercarlo e ne ha trovati due disponibili subito. Uno con la fronte azzurra identico al pappagallo morto di Francesco che però non parlava tanto e uno con la fronte gialla, che invece era un gran chiacchierone. L’allevatore ci ha consigliato di prendere quello giallo anche perché caratterialmente molto più adatto a una persona in carrozzina perché ama stare attaccato al suo padrone e non cerca di scappare, mentre l’altro sì”.

“E' stata una sorpresa che difficilmente dimenticherò. Posso dire che è stato uno dei giorni più belli della mia vita? Ricevere questo regalo da Vittorio mi ha veramente lasciato senza parole e non so come ringraziarlo perché oltre alla bellezza del pappagallo e al suo valore economico, la cosa che più ho apprezzato è che Feltri abbia fatto questo gesto con il cuore, senza neanche conoscermi, se non dai racconti di Azzurra che è la nostra amica comune. Da quando è arrivato Oliver, così l’ho chiamato, sono rinato perché la mia casa era vuota e silenziosa e io mi sentivo impazzire. Ora invece è tornata l’allegria. Poi tra noi è stato amore a prima vista e Oliver, dopo qualche ora di esitazione e di timidezza ha capito che ero il suo nuovo "papà" e che di me si sarebbe potuto fidare”, racconta l’ex funzionario governativo al settimo cielo.

“Quando Francesco mi manda i video della sua nuova vita insieme a Oliver il mio cuore si riempie di gioia nel vedere che sono già così uniti. E’ consolatorio per lui e anche per me, che sono molto soddisfatto di aver reso felice quest’uomo che ha dedicato la sua vita al servizio della patria e che ora è costretto a vivere su una sedia a rotelle. Sono contento anche per il pappagallo che ha trovato un ‘papà’ veramente speciale”. racconta Feltri.

Francesco aveva ereditato il pappagallo Andrea da un suo caro amico e collega, Pietro Antonio Colazzo, rimasto vittima di un attentato a Kabul in Afghanistan. Pietro prima di andare in missione aveva detto a Francesco: “Se mi dovesse succedere qualcosa, prenditi cura tu di Andrea”. E così è stato. Francesco e il pappagallo nel giro di poco sono diventati inseparabili. Dove c’era uno c’era anche l’altro. Perché Andrea non era ‘casalingo’, bensì amante della mondanità. Quindi l’ex 007 ha iniziato a portarselo in giro e a Milano tutti conoscevano ‘la strana coppia’. Andrea poteva andare anche in metrò seduto in braccio a Francesco sulla carrozzina. Libero, senza essere legato, cosa che nelle metropolitane milanesi non è ammessa perché l’accesso agli animali è consentito solo se al guinzaglio o nel trasportino. Ma per lui chiudevano un occhio.

“Questo pappagallo per me era più di un figlio e tutti lo sapevano. A me piaceva fare le cose insieme a lui perché interagiva e mi faceva capire che si divertiva. Quando vivi in simbiosi con un animale capisci tutto di lui e io avevo capito che Andrea non sopportava essere lasciato a casa da solo e allora lo portavo tutti i giorni con me".

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