Carabinieri “infami” e "figli di cani”. ll gip scagiona Fedez: “Non è vilipendio”

Archiviato il fascicolo nei confronti del rapper aperto dopo la denuncia dell’associazione Pro territorio e cittadini onlus. Le motivazioni: “Toni aspri e discutibili, ma si tratta di diritto di critica”

Fedez (Garavaglia)

Fedez (Garavaglia)

Milano, 12 settembre 2023 – Quelle parole, sicuramente “aspre” e “discutibili”, non rappresentano vilipendio. Ma integrano, piuttosto, il legittimo diritto di critica. Queste – in breve – le convinzioni che hanno spinto il gip di Milano ad archiviare il procedimento in cui era indagato il rapper milanese Fedez.

L’accusa

Il fascicolo nei suoi confronti era stato aperto in seguito alla denuncia presentata nel 2021 dall'associazione Pro territorio e cittadini onlus. Il sodalizio aveva ravvisato nel testo della canzone “Tu come li chiami” gli estremi per avanzare l’accusa di vilipendio delle forze armate. Nel brano carabinieri e militari vengono definiti “infami” e “figli di cani”.

Il procedimento

Il gip ha accolto la proposta dei pm, che avevano chiesto l’archiviazione delle accuse. Accordo totale, quindi, fra le due parti, come si può intuire nell’ordinanza elaborata a motivare la scelta di chiudere la vicenda senza mandare Fedez a processo. “Il giudice – queste alcune delle parole – condivide le considerazioni svolte dal pubblico ministero e la sussistenza della scriminante del diritto di critica artistica, esercitato pur con gli accenti aspri e discutibili dell'autore ma da ritenersi parte della sua produzione priva della finalità di vilipendere l'istituzione Arma dei Carabinieri”.

A sostegno della decisione di riservare a Fedez solo una "reprimenda” per i toni utilizzati, prosegue il gip Fiammetta Modica, c’è “la circostanza che l'Arma non abbia inteso procedere nei confronti dell'indagato''.

La reazione

''Prendiamo atto della pronuncia e lasciamo ad altri le considerazioni al riguardo'' afferma il colonnello in congedo Roberto Colasanti, legale rappresentante dell'associazione, che aggiunge: ''Due anni fa riscontrando in rete la presenza della canzone in argomento, potendo contare su numerosi iscritti con pregressa esperienza nell'Arma abbiamo documentato in maniera circostanziata la diffusione in rete della canzone interessando la competente autorità giudiziaria, avvalendoci del diritto riconosciuto a qualsiasi cittadino di denunciare fattispecie di reato perseguibili d'ufficio, considerato peraltro – conclude Colasanti – che la promozione della cultura della legalità e la difesa delle vittime dei reati rientra a pieno titolo nelle finalità dell'associazione Pro territorio e cittadini onlus".