
Federico Russo (Newpress)
Milano, 1 maggio 2016 - «Milano è la città del continuo movimento». Lo racconta Federico Russo. «Ti regala tanti alti e bassi, ma ti insegna a vivere. Forse perché va talmente veloce che i momenti down li dimentichi subito come quelli up e punti sul futuro». Conduttore tv e radio, Russo vive nel capoluogo lombardo da 13 anni e ci è arrivato come turista. «La classica ospitata da amici, la prima volta nel 1999».
Come si dice «me gusta il movimento»?
«Sì, mi ero divertito molto tra locali e discoteche. Ero sempre in giro. Mi aveva colpito trovare le strade milanesi piene di gente. A Firenze, da cui provengo, sono meno affollate. Io intanto avevo mosso i primi passi in una radio locale toscana, ma sognavo di tornare qui».
E naturalmente l’occasione arrivò?
«Sì, a fine 2003 telefonai al centralino di Mtv, nata da poco, e chiesi di parlare con la persona che si occupava della selezioni e - quando lo racconto ancora non ci credo - me la passarono. Così scoprii che il giorno successivo facevano i provini. Mi precipitai a Milano. Non dimentico quel momento: mi chiesero di inventarmi, in inglese, qualche notizia dei personaggi che mi piacevano e parlare anche della mia band preferita. Scelsi gli «Smashing Pumpkins», ma raccontare di loro in una lingua straniera era dura, meno male poi sono diventato più sciolto. Comunque mi andò bene ed entrai nella famiglia Mtv. Ho lavorato per loro dal gennaio 2004 al 2007, in assoluto sono stati gli anni più belli della mia vita».
Perché?
«Come si dice fui buttato subito “nella fossa dei leoni’’. In diretta da piazza Duomo con Carolina Di Domenico a intervistare le meraviglie della musica mondiale. A 23 anni ho conosciuto tutti. Ricordo Elton John, molto simpatico, che arrivò con un orecchino a forma di piccolo pene cosparso di brillanti e pantaloni con ginocchiere d’oro, poi i Take That, i Placebo, Kate Hudson».
Insomma andava alla grande?
«La forza di Mtv era il legame che univa chi ci lavorava e questo traspariva dallo schermo. Poi c’era il direttore Antonio Campo Dall’Orto (attuale direttore generale della Rai, n.d.r.) che si è rivelata una persona preziosa, con uno sguardo sempre in avanti e dal taglio internazionale. Ho imparato molto da lui».
La zona di Milano che preferisce?
«Quella che mi ha dato l’imprinting, cioè la Mtv residence. Parlo della via Eustachi e ci scherzo su: all’inizio scelsi di andarci a vivere perché molti colleghi ci abitavano da Victoria Cabello a Marco Maccarini. E io me ne sono innamorato. È una bellissima strada alberata ed è una delle tappe della movida milanese con locali sempre nuovi e interessanti, negozi e poi un parco con un campo di bocce in cui giocano sempre gli anziani. Ogni volta che esco di casa ho solo l’imbarazzo della scelta, fermarmi in un bar, fare una passeggiata oppure andare al parco e divertirmi a guardare la “bocciofila’’. E pensare che qualche volta sono tentato di unirmi a loro. Poi amo girare Milano in scooter scopro spesso angoli sorprendenti, da vecchi palazzi e stradine piccine che non pensi possano trovarsi in una metropoli».
Ormai Milano è diventata il centro della sua attività?
«Sì, perché ho anche cominciato a collaborare con Radio Deejay e poi sono nate altre occasioni a Sky e in Rai. Una caratteristica della mia storia è che mi è capitato che non mi cercassero e io arrivassi al momento giusto».
E poi c’è l’esperienza con la Rai.
«L’occasione più importante della mia vita è proprio a Milano con “The Voice of Italy’’ su Rai 2 che conduco da tre edizioni consecutive. Qui ho la possibilità di tirare fuori tutto quello che ho imparato negli anni di Mtv e anche dopo. Intanto da metà maggio condurrò, sempre su Rai 2, anche “Emozioni’’ che ha una formula molto stimolante, in bilico tra passato e presente e dedicata ai protagonisti della musica italiana».
Ma quando non lavora resta a Milano?
«Spesso sì. Un tempo trascorrevo interi pomeriggi nei negozi di dischi in cui lasciavo lo stipendio per i tanti cd che compravo e infatti ne ho ancora la casa piena. Ora esco e ne approfitto per seguire gli eventi che a Milano sono quasi all’ordine del giorno, perché questa è la città italiana con più settimane internazionali, dal Salone del Mobile alle kermesse dedicate ai libri, al teatro e alla musica. Insomma qui puoi investire le tue ambizioni ma anche alimentare le tue passioni».
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