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"Foto ricatto hot" a Mediaset, ribadita richiesta processo per Fede

La difesa ha invece sollevato un’eccezione di incompetenza territoriale a favore di Monza per il reato di violenza privata nei confronti di Ferri, e il proscioglimento per gli altri reati. Il giudice deciderà su tutto il prossimo 6 novembre

Emilio Fede (Lapresse)

Milano, 24 settembre 2015 - La Procura di Milano ha insistito con la richiesta di mandare a processo Emilio Fede, unico dei 4 imputati ad aver scelto il rito ordinario nel corso dell’udienza preliminare con al centro alcuni fotomontaggi e presunti ricatti ai vertici di Mediaset, quando l’allora direttore venne licenziato dal Tg4. Gli altri finito sotto procedimento sono, Gaetano Ferri, ex personal trainer del giornalista che ha chiesto il rito abbreviato e Maria Madeo e Michela Faioni, le quali invece hanno depositato istanza di patteggiamento.

A ribadire al gup Elisapetta Meyer di disporre il giudizio per Fede è stato il pm di Milano Silvia Perrucci. La difesa dell’ex direttore del TG4, rappresentata dagli avvocati Maurizio Paniz e Giuseppe Lucibello, ha invece sollevato un’eccezione di incompetenza territoriale a favore di Monza per il reato di violenza privata nei confronti di Ferri, e il proscioglimento per gli altri reati. Il giudice deciderà su tutto il prossimo 6 novembre. Emilio Fede è accusato di aver dato mandato nel 2012 agli altri indagati, tra cui anche Maria Madeo e Michela Faioni (hanno concordato con la Procura rispettivamente pene di 2 anni e 4 mesi e 2 anni), di assemblare dei fotomontaggi falsi e compromettenti che ritraevano il direttore dell’informazione di Mediaset, Mauro Crippa, ora parte offesa assieme a Fedele Confalonieri.

Fotomontaggi che, secondo il pm Perrucci, sarebbero serviti per costringere Mediaset a sottoscrivere un accordo transattivo più favorevole a Fede rispetto alle condizioni del licenziamento. L’ex direttore, tra l’altro, deve rispondere anche di violenza privata per alcuni sms minatori nei confronti di Ferri, il quale si sarebbe dissociato dal presunto progetto di «estorcere a Berlusconi due milioni di euro per evitare la diffusione di foto compromettenti di Crippa». Infine, lo stesso personal trainer è accusato di estorsione ai danni di Fede da cui avrebbe incassato 700 euro con la minaccia di diffondere alcuni audio che lo riguardavano.