Fase 2: "In parchi, musei e piazze. L’oratorio sarà diffuso"

L’idea della Diocesi di Milano per garantire il rispetto del distanziamento Don Stefano Guidi: "Ci saremo ma con attività nuove rispetto al passato"

Don Stefano Guidi

Don Stefano Guidi

Milano, 24 maggio 2020 - L’oratorio ai tempi del Covid sarà "anche fuori dall’oratorio". A rivelarlo don Stefano Guidi, responsabile della Fom, Fondazione oratori milanesi. Nella Diocesi di Milano gli oratori sono un migliaio, 150 nel solo capoluogo. Don Stefano conferma quanto avevano dichiarato qualche giorno fa i vescovi lombardi: "L’oratorio estivo, come lo si è vissuto negli scorsi anni e come noi tutti lo abbiamo conosciuto e goduto, non si può fare". E chiarisce un passaggio un po’ criptico della comunicazione vescovile: "Non siamo autorizzati a non dare il poco che abbiamo". Don Guidi, le famiglie si chiedono se quest’estate potranno spedire all’oratorio i loro figli come ogni anno. "L’oratorio sarà aperto ma non nella forma che abbiamo finora conosciuto. I motivi sono facilmente intuibili. Le prescrizioni sanitarie, come l’obbligo di distanziamento sociale, l’uso di dispositivi di protezione individuale, il divieto di assembramento, non sono compatibili con l’esperienza “classica”dell’oratorio fatta di contatti e incontri". Quindi che farete? "Le modalità dovranno essere riviste. Nasceranno attività completamente diverse. Offriremo sempre spazi di gioco, divertimento, incontro, educazione. Ma lo sport che prevede un contatto è evidente che non si potrà fare, sarà più simile a un allenamento personale. Anche l’animazione sarà concepita in modo nuovo, non sarà di “massa“". Sarà un oratorio “part time“, magari solo il pomeriggio? "Il problema non è ridurre la frequenza oraria ma aumentare le attività. Negli oratori dove prima entravano in cento, adesso potranno starcene 30. Gli altri 70 rimarrebbero per strada o nei parchi: il che è rischioso da un punto di vista sanitario. Ma ancora più pericoloso per l’abbandono di questi ragazzi che trascorrerebbero 3 mesi senza una proposta educativa organizzata". Quindi? "La nostra idea è collocare attività in altri ambienti e luoghi, oltre che negli spazi dell’oratorio. Perché questo succeda devono però verificarsi una serie di condizioni". Quali? "Deve essere allestita una rete educativa con le associazioni del territorio per trovare questi ambienti alternativi. A noi va bene tutto quello che le istituzioni e le associazioni potrebbero metere a disposizione: i parchi, le scuole, i musei ma anche le piazze. Abbiamo poi bisogno di un numero ulteriore di volontari per accompagnare i ragazzi fuori dall’oratorio". Quando partirete? "Il Governo prevede la partenza dei Centri Estivi dal 15 giugno ma è Regione Lombardia che deve confermare la data di inizio. Nei prossimi giorni ci saranno degli incontri istituzionali. Noi ci faremo trovare pronti in qualsiasi caso".

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