ANDREA GIANNI
Cronaca

Fanny Campion, la battaglia contro il tumore combattuta con uno stipendio da 150 euro

Separata, con due figli, vive in una casa fatiscente in zona Certosa: “Quando ho scoperto di avere il cancro il mondo mi è caduto addosso”. Ora ha trovato il sostegno della Lilt

L’assistente sociale Paolo Andreotti e Fanny Campion

L’assistente sociale Paolo Andreotti e Fanny Campion

Milano – Il tumore, per Fanny Campion, ha significato il tracollo anche economico, aggiungendosi a una situazione di cronico disagio abitativo. Lo stipendio, con un impiego a partita Iva per conto di una società di recupero crediti, si è ridotto a 150 euro al mese, perché con la malattia è impossibile lavorare senza un salario fisso e le tutele dei lavoratori dipendenti.

Fanny, 53 anni, vive con i due figli in un “buco“ in zona viale Certosa che definisce una "grotta", con muffa sulle pareti e infiltrazioni d’acqua dal tetto che rendono l’ambiente insalubre. È uno dei 447 malati oncologici che l’anno scorso sono entrati nel programma di assistenza economica della LILT Milano Monza Brianza, con 1.705 sussidi mensili erogati a favore di pazienti adulti e 356 a favore di pazienti pediatrici.

Fanny, per la sua situazione di povertà estrema, ha ottenuto nell’ambito dell’iniziativa “Women for Women against Violence“ promossa dall’Associazione Consorzio Umanitas il riconoscimento, “Un sorriso per Elena”, contributo di 4mila euro istituito con la famiglia di Elena Augello, scomparsa pochi mesi fa a 40 anni. Fondi che, per lei, sono stati un’ancora di salvezza, per rimanere a galla e continuare ad affrontare la battaglia contro il cancro.

Fanny, quando sono iniziati i suoi problemi economici?

"Io sono avvocato e, in passato, lavoravo in uno studio amministrativo. Dopo la nascita dei miei figli ho lasciato l’impiego e ho iniziato a lavorare nell’impresa del mio ex marito. La separazione ha significato la perdita del lavoro e anche della casa. Ho dovuto ripartire da zero con due figli, all’epoca minorenni, a carico. Ho trovato una sistemazione in uno stabile in condizioni fatiscenti. Nel 2020 ho trovato una collaborazione, a partita Iva, per conto di una società di recupero crediti. Poi ho scoperto di avere un tumore al seno, con le metastasi, e mi è crollato il mondo addosso".

Quando ha iniziato le terapie?

"Con la pandemia è slittata la mammografia, e questo ha significato un ritardo nella diagnosi. Ho Scoperto di essere malata nel 2021, a giugno, e da allora sono in cura all’Istituto Tumori. Sto facendo la chemioterapia e tutte le cure necessarie, nel frattempo la psicologa dell’Istituto Tumori mi ha messa in contatto con la Lilt e sono riuscita a ottenere un aiuto economico. Come lavoratrice a partita Iva, senza neanche un fisso mensile ma con guadagni che variano sulla base dei crediti recuperati, sono senza alcuna tutela. L’assegno di invalidità, poi, è di soli 313 euro mensili".

Che cosa le servirebbe per risollevarsi?

"Il primo problema è quello della casa e, finalmente, nei giorni scorsi sono riuscita a ottenere l’assegnazione di un alloggio popolare. Presto potrò trasferirmi. L’unica cosa bella, nel posto dove vivo, è il silenzio. A volte vedo anche passare gli scoiattoli".

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