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Milano, 2 novembre 2022 - È il giorno dei grandi milanesi. Oggi alle 11 nel Famedio all’interno del Cimitero Monumentale è in programma la tradizionale cerimonia di iscrizione dei benemeriti. La commissione comunale per il Famedio quest’anno ha deciso di iscrivere nel Pantheon del Monumentale 14 nuovi grandi milanesi.
L’imprenditore Leonardo Del Vecchio (cresciuto tra gli orfani dei Martinitt), il costituzionalista Valerio Onida, il banchiere Ennio Doris, l’attrice Valentina Cortese, l’ex presidente dell’Anpi Carlo Smuraglia, il notaio Maria Nives Iannaccone, la scrittrice Valentina Crepax, la designer Fernanda Vigo, la partigiana Miranda Rossi, la giornalista Luisa Pronzato, il sindacalista e politico Riccardo Terzi, il filosofo Salvatore Veca, l’architetto Alessandro Mendini e il critico teatrale Franco Quadri.
La cerimonia di svelamento delle nuove 14 lapidi sarà introdotta dagli interventi della presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi e del sindaco Giuseppe Sala, che prima e dopo la scelta dei 14 benemeriti hanno polemizzato tra loro sulla mancata iscrizione al Famedio di Vincenzo La Russa, ex parlamentare di Dc e Ccd e fratello dell’attuale presidente del Senato Ignazio La Russa. La numero uno dell’assemblea comunale ha stoppato l’iscrizione di Vincenzo La Russa nel Pantheon dei grandi milanesi, mentre il primo cittadino aveva espresso un parere favorevole sull’ex deputato di cultura cattolica.
Dal Monumentale al cimitero Maggiore. Bandiere tricolori, ma nessun saluto romano e nessun rito del “presente’’ ieri mattina al campo 10 del Musocco, dove sono seppelliti più di 900 “repubblichini’’, cioè aderenti alla Repubblica sociale italiana guidata da Benito Mussolini. Erano circa 50, divisi tra volontari delle associazione Memento, militanti di Lealtà e Azione e reduci dell’associazione Continuità, le persone che hanno preso parte alla cerimonia, durante la quale ha preso la parola Gabriele Leccisi dell’associazione Continuità, che ha fatto appello alla "pace" come "massima aspirazione" e ha invitato tutti "a mettere da parte l’odio. Stiamo parlando di morti e di sangue per il nostro Paese" ma "non ci viene nemmeno concesso il diritto di avere la bandiera della Rsi".
Leccisi ha aggiunto che "serve un atto di purificazione vero" con un richiamo "anche alla Chiesa che spesso sembra ignorare: abbia il coraggio di dire che siamo fratelli e che bisogna arrivare alla pacificazione, altrimenti devono sapere che non ci piegheremo. I nostri caduti devono essere onorati da tutto il popolo italiano e non solo da una parte".