Faida tra trapper, Simba La Rue chiede i domiciliari a casa della madre

Nell'interrogatorio per la rissa avvenuta tra il 2 e il 3 luglio a Milano, durante la quale due senegalesi sono stati gambizzati, ha ammesso di aver partecipato alle violenze

Milano, 8 ottobre 2022 - Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere oggi nell'interrogatorio di garanzia davanti al Gip di Milano Guido Salvini, ma hanno comunque rilasciato brevi dichiarazioni spontanee il trapper Simba La Rue (nome d'arte di Mohamed Lamine Saida) e il suo collaboratore Eliado Tuci, due degli 11 destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Milano per la rissa avvenuta tra il 2 e il 3 luglio scorso in via di Tocqueville, durante la quale due senegalesi sono stati gambizzati.

Durante gli interrogatori, iniziati alle 11 e andati avanti diverse ore, i due hanno hanno ammesso di aver partecipato alle violenze (del resto era impossibile negarlo di fronte alla mole di immagini registrate dalle telecamere) ma hanno detto di non aver dato il via alla rissa e di non aver rapinato i senegalesi. Lunedì pomeriggio sarà il turno di Baby Gang (Zaccaria Moyuhib), per cui oggi il gip del Tribunale di Monza ha convalidato l'arresto disponendo la custodia in carcere per il possesso di una pistola.

Intanto l'avvocato di Simba, Niccolò Vecchioni, ha presentato la richiesta del suo cliente per ottenere i domiciliari a casa della madre in provincia di Como. Un'istanza legata alle condizioni di salute del trapper, accoltellato alla gamba lo scorso 16 giugno in risposta al sequestro e pestaggio del rapper rivale Baby Touché. Nelle immagini della rissa di inizio luglio lo si vede picchiare utilizzando le stampelle con cui si aiuta a camminare

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