Faccia a faccia con i candidati: come aiutare il commercio

Nuovi sindaci all’orizzonte, il presidente Gironi ha parlato dei problemi della categoria. A Sesto il piano-parcheggi è la priorità, a Vimodrone "il punto sono i bandi"

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di Barbara Calderola

È da sempre uno dei nodi più delicati da affrontare per qualsiasi amministratore e Sesto e Vimodrone alla ricerca di un nuovo sindaco non fanno eccezione: il rapporto con gli esercenti è un punto essenziale per tutti i candidati. Lo sa bene Fabrizio Gironi, presidente del mandamento di Confcommercio, che li ha incontrati uno a uno per discutere problemi e prospettive della categoria. Una tradizione alla vigilia delle elezioni. Città confinanti, di taglia diversa, l’ex Stalingrado grosso centro di riferimento, i vicini, quartiere-giardino con l’ambizione di offrire una qualità della vita capace di far scordare le comodità di Comuni più grossi. In entrambi i casi però la ricetta dei negozianti è la stessa: dialogo e collaborazione.

"La nostra porta è sempre aperte - sottolinea il presidente - siamo un punto di riferimento". A Sesto ha discusso con tutti "di piano parcheggi". Le strisce blu appena entrate in servizio che "hanno finito per spaventare i colleghi. Per questo - spiega Gironi - abbiamo chiesto correttivi. Uno su tutti: in questa fase sperimentale è facile introdurre la prima mezz’ora gratuita. Un modo per permettere le commissioni veloci, senza pregiudicare gli affari delle vetrine". Il concetto di fondo è semplice: se gli acquirenti trovano ostacoli, vanno altrove. Uno scenario da scongiurare a tutti i costi. A Vimodrone invece "il punto sono i bandi: serve una struttura capace di intercettare le risorse e di presentare proposte convincenti". Una necessità che il presidente ha condiviso con gli aspiranti primi cittadini ai quali ha chiesto, in caso di vittoria, "una soluzione esterna con specialisti: non possiamo perdere tempo". I candidati hanno preso nota, dopo la strigliata arrivata dalla platea, martedì, durante il confronto pubblico in sala consiliare: sempre più saracinesche abbassate negli ultimi anni richiedono cure da cavallo per invertire la rotta.

"Il commercio di vicinato è servizio, vitalità del tessuto sociale e presidio di sicurezza. Oggi, nel difficile quadro generale serve soprattutto impegno - conclude il presidente - dopo una pandemia non ancora del tutto alle spalle e con gli effetti generati dal conflitto in Ucraina che si assommano al dramma umano e sociale della guerra. Senza Confcommercio tante imprese non avrebbero ricevuto aiuto a testimonianza della forza del nostro ruolo". Fra i progetti da realizzare quelli di identità che "contribuiscono a spingere le attività sotto casa".

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