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Expo, anche Palazzo Italia è in ritardo: «Problemi sui tempi, semplificare»

Cantone pronto a bussare all’Avvocatura di Stato sugli extracosti dei lavori di L.Z.

PROGETTO Un bozzetto di Palazzo Italia (Newpress)

Milano, 12 novembre 2014 - Questione di tempi, soldi, contratti. E di tagli: il Padiglione Italia infatti si sta rivelando una matassa difficile da sbrogliare, il tempo corre verso l’inaugurazione del primo maggio del 2015 e la parola d’ordine negli uffici di Expo spa è semplificare. Tutt’altro che facile a farsi. Esemplare è il caso dell’Albero della vita, l’installazione di luci e suoni che sarebbe dovuta diventare il simbolo dell’Esposizione del 2015 e si è trasformata nell’emblema dei ritardi del cantiere tricolore. Ieri l’opera è finita insieme a tutto il dossier Padiglione Italia al centro di una riunione fiume tra il commissario unico di Expo, Giuseppe Sala, il commissario di Casa Italia, Diana Bracco, e il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), Raffaele Cantone. Da cui si esce con molti interrogativi. Anche su Palazzo Italia.

I ritardi ormai si sono estesi anche al padiglione nazionale, come ha precisato il numero uno dell’Anac, tanto che si stanno studiando «semplificazioni di tipo artistico». Nel frattempo la società che ha vinto l’appalto, Italiana costruzioni, sta presentando un conto più salato alla società Expo: extracosti che Cantone definisce «rilevanti». «C’è la necessità di riorganizzare il meccanismo – aggiunge il magistrato – attraverso una semplificazione, anche nell’ottica di rivisitare il rapporto con la ditta che ha vinto l’appalto». Cantone vorrebbe usare il «metodo Piastra», chiedendo un parere all’Avvocatura di Stato. «Chiediamo chiarezza sulla gestione delle riserve passate e che le semplificazioni vengano fatte con un nuovo progetto che eviti in futuro altre varianti». L’Albero della vita è fermo al palo, tanto che il presidente dell’Anac esclude che si possa lanciare il bando per acquistare gli effetti speciali entro sabato, come aveva pronosticato il commissario Sala. «È matematicamente impossibile», osserva Cantone, che rimanda aspettandosi una risposta oggi al Quirinale, dove il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, incontrerà i vertici di Expo. «Ci sono problemi di ordine burocratico – spiega il numero uno dell’Anticorruzione –. Se non c’è chiarezza non si può andare avanti». Per Cantone però il nodo non è tanto la data con cui si bandisce la gara («il 15 o il 20 cambierebbe poco, significherebbe un’aggiudizione a fine dicembre-inizio gennaio») quanto il guazzabuglio giuridico con cui sono stati ripartiti lavori dell’opero da otto milioni di euro. «Ci sono appalti, c’è un’attività di sponsorizzazione, ci sono soggetti terzi che svolgono ruoli di consulenti». Nonostante Cantone abbia insistito perché il Politecnico scrivesse il bando degli effetti speciali, la partita della costruzione dell’Albero è in mano agli sponsor del Sistema industriale bresciano, affiancati da Pirelli. Mentre l’idea porta la firma del regista Marco Balich, che ieri per la prima volta ha incontrato Cantone dopo che quest’estate la sua creatura era finita sotto la lente dell’Anac. «Una delle ragioni per le quali abbiamo chiesto di parlare con Balich è perché venga chiarito il suo ruolo, perché ci sono degli equivoci, anche se nessuno mette in discussione la sua capacità creativa. Chiediamo che tutto venga reso chiaro, trasparente e formale».