Ettore nuota e sogna le Paralimpiadi

Ai campionati italiani il quindicenne melegnanese ha conquistato tre bronzi e un quarto posto

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di Alessandra Zanardi

Il suo sogno è partecipare alle prossime Paralimpiadi. Intanto, si allena tutti i giorni, dal lunedì al sabato, nella piscina di Melegnano, sotto la regia dell’istruttore Roberto Florindi, e frequenta il secondo anno del liceo classico Carducci di Milano. Un sacrificio, conciliare il nuoto con lo studio del greco e del latino, "ma se si è organizzati, si può fare", assicura Ettore Pace, melegnanese di 15 anni, che durante la recente Fiera del Perdono è stato premiato dal Comune con la medaglia d’oro “giovani” per gli importanti risultati raggiunti nello sport. Un contesto dove l’essere privo sin dalla nascita della mano sinistra non gli ha impedito di distinguersi e ottenere grandi soddisfazioni. Come il terzo posto nei 100 misti ai campionati italiani paralimpici di Riccione dietro due mostri sacri, Simone Barlaam e Federico Morlacchi, più anziani d lui e con maggiore esperienza. "Salire sul podio con loro è stata un’emozione indescrivibile", racconta il giovane melegnanese, che a Riccione è arrivato terzo anche nei 100 rana, e quarto nei 100 stile libero. "Mi piacerebbe girare il mondo facendo gare. A giugno andrò agli Europei giovanili di Helsinki, sono già emozionato".

È stato papà Francesco a buttarlo in acqua quando aveva solo pochi mesi. Da lì è iniziato tutto. "Il nuoto mi fa stare bene e mi permette di darmi degli obiettivi. È una sfida con me stesso, un invito a non mollare. Ma in futuro voglio anche andare all’università, avere un lavoro stabile". Intanto, si cimenta con paradigmi e declinazioni. "La mia giornata-tipo? Sveglia alle 6.30, poi treno e metrò per raggiungere Milano. Pranzo a scuola o nel viaggio di ritorno, poi di corsa in piscina ad allenarmi, dalle 15 alle 17. Tornato a casa, studio. Fino all’ora di cena, a volte anche oltre. Nei compiti mi aiuta mia nonna, ex professoressa di greco e latino. Non sono uno studente modello, di quelli con la media del 9, però me la cavo". Di tempo libero ne resta poco, "e lo uso per stare con gli amici. La domenica, se non ho gare, vado agli Scout". Quella medaglia d’oro e la stretta di mano del sindaco "sono state una sorpresa, bellissima quanto inaspettata". A incoraggiare Ettore nelle sue scelte, oltre a papà Francesco, ci sono il fratello maggiore Enea e mamma Serena Cazzola, che definisce il suo ragazzo "spontaneo e generoso. È questa la sua bellezza. Lo sport è una forma d’inclusione, la diversità è solo negli occhi di chi guarda". Un giovane tenace, "con un lato ancora fanciullesco che ne rappresenta la forza – dice il suo allenatore –. Tra noi c’è una forte complicità. I prossimi obiettivi? Fare un passo alla volta, con concretezza e piedi per terra".

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