"Per non rendere vano questo timido tentativo della Procura di Milano di tutelare i lavoratori, alcuni di noi hanno deciso di depositare un esposto all’ispettorato del lavoro territoriale e nazionale che possa rendere più chiaro il sistema di organizzazione del lavoro su cui si regge il food delivery e soprattutto che consenta un adeguato risarcimento a chi è stato sfruttato per anni, rischiando la propria vita in assenza di dispositivi di sicurezza". È la nuova mossa dei collettivi di rider, questa volta portata avanti da Deliverance Project, nella partita a scacchi con le piattaforme finite al centro di un’indagine della Procura di milano e di verbali notificati dall’Ispettorato del lavoro.
L’obiettivo del nuovo esposto presentato dal collettivo "è quello di ottenere la differenza tra quanto effettivamente è stato guadagnato e quello che idealmente avremmo dovuto guadagnare con l’applicazione del V livello del CCNL della logistica e trasporto merci".
Intanto sulla pagina Fecebook dei rider è comparso un countdown, in vista della scadenza dei termini fissati per la regolarizzazione dei ciclofattorini: ogni giorno verrà pubblicato un post per ricordare gli infortuni avvenuti negli ultimi anni. "Entro 90 giorni le piattaforme dovrebbero assumere con contratti regolari circa 60 mila rider, ma nulla si dice però sul tipo di contratto, sulla sua durata, né tantomeno rispetto all’inquadramento. Per ora non ci è dato sapere cosa accadrà scaduto il termine imposto dai giudici. È comunque certo che le imprese, come hanno già iniziato a fare, ricorreranno e si appelleranno ad ogni strumento a loro disposizione".
Andrea Gianni