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Enrica Morra, addio alla dottoressa che ha fondato l’Ematologia del Niguarda: “Un esempio di passione e impegno”

È morta a 76 anni l’ematologa di fama internazionale che ha speso la vita per la cura delle malattie del sangue: “Mancanza lacerante, onoreremo la sua memoria”

Enrica Morra

Milano – È morta a 76 anni Enrica Morra, ematologa di fama internazionale, primaria dell’ospedale Niguarda e fondatrice del Dipartimento di Ematologia e Oncologia del Niguarda Cancer Center. 

Mancanza lacerante

È stato lo stesso ospedale milanese a dare l’annuncio: “La sua mancanza è lacerante per noi medici, infermieri, tecnici, amministrativi e volontari tutti a Niguarda. Ci impegneremo a onorare la sua memoria sostenendo il progresso dell'Ematologia e dell'Oncologia, perché è quello che Enrica ha sempre voluto”.

Rete oncologica lombarda

Morra si era laureata e poi specializzazione all'università di Pavia. Aveva poi lavorato  all’ospedale San Matteo, per arrivare nel 1994 al Niguarda, dov’è rimasta fino alla pensione nel 2014: è stata direttrice della Struttura complessa di Ematologia e capo del Dipartimento Oncologico. È stata poi coordinatore scientifico della Rete ematologica lombarda (Rel). 

La Fondazione malattie del sangue

Nel 1998 ha fondato l’Associazione malattie del sangue (Ams), oggi Fms (Fondazione malattie del sangue), realtà nella quale Morra si è impegnata con passione e tenacia. Nel 2014 disse: “Tutto quello che mi resta da vivere sarà dedicato alla raccolta di finanziamenti, di risorse per pagare contratti ai giovani medici, biologi per la ricerca. Bisogna restituire dignità alla ricerca, aiutare la formazione e sostenere la centralità del malato, non a parole, ma nei fatti. Diamo supporto anche al personale infermieristico, l'altro braccio armato di questa battaglia”.

I messaggi di cordoglio

Tantissimi i messaggi di cordoglio sulle pagine social della Fondazione Oncologia Niguarda. “Grande esempio di professionalità passione e impegno, una vita dedicata ai pazienti. Riposa in pace cara Enrica”, scrive un utente. Mentre un’altra ricorda proprio i suoi sforzi per l’ematologia in tutto il Paese: “Una grande luminare, era sempre col trolley, da una città all’altra per portare avanti la sua professione, grande medico”.