Energia alle stelle: "Costretti a ritoccare i listini"

Vittuone, la Ceramiche Bardelli spiega le contromisure a cui sono obbligate le aziende “energivore”: risparmio e aumento dei prezzi

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di Giovanni Chiodini

L’aumento dei costi energetici sta obbligando le aziende a rivedere il modo di produrre, con una maggior attenzione ad evitare gli sprechi, e anche i listini. La Ceramiche Bardelli è una azienda manifatturiera tra quelle definite "energivore", in quanto nel ciclo produttivo si consumano molti metri cubi di gas, per alimentare forni e atomizzatori. E gli aumenti registrati in questi primi mesi di impennata dei costi sono superiori al 200%. Quali provvedimenti state adottando? "Per consumare meno energia dobbiamo aumentare l’efficienza produttiva, partendo dalle formulazioni - afferma Gianandrea Bardelli, amministratore della società col padre Alberto e il fratello Gianmaria -. Non per fare un prodotto di minor qualità ma un qualcosa di diverso, meglio funzionale e razionale. Questo ci impegna parecchio nell’ambito della ricerca". "Sull’energia - dice Bardelli - l’attenzione è massima. Prima capitava che, finita una lavorazione, un compressorino rimaneva acceso ancora per qualche minuto. Adesso non è più così. Finito l’uso, si spegne. E anche sui forni a gas, grazie agli investimenti che stiamo attuando, adesso cerchiamo di produrre tutto quello che ci serve con uno solo, rispetto ai due tradizionali". Il "risparmio" è l’alternativa al blocco produttivo che diverse aziende del settore sono state obbligate ad attuare. Un’altra azione, obbligata: l’aumento dei prezzi. "Sul mercato - osserva Bardelli - siamo stati costretti ad aumentare i listini e ridurre le scontistiche. Certo questo non fa piacere ai clienti ma è una scelta obbligata. Anche perché noi stessi subiamo aumenti di costi delle materie prime del legno, dei pallets, dei trasporti, dei conteiner. I pallets, ad esempio, sono passati dai 6 euro l’uno a 11,90. Il cobalto che usiamo negli smalti ha quadruplicato il prezzo nell’ultimo anno". "Sui nostri prodotti, in base ai marchi l’aumento è stato dal 5 al 10%, un 7% in media. Ma se il trand è questo mi sa che non basta...". A questo punto potrebbero avvantaggiarsi i vostri competitor esteri? "Già dal 2020 la Spagna è diventata più aggressiva sul mercato perché ha un costo del lavoro minore rispetto al nostro, e anche l’energia la pagano meno. lo costatiamo sul mercato americano, dove noi siamo presenti e ben consolidati. Anche Turchia e Polonia si sono fatte più aggressive sui mercati medio-bassi, che non è il nostro, perché noi abbiamo prodotti di maggior qualità, a partire dai mosaici".

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