El Alamein, il ricordo della battaglia "Una festa nostalgica inopportuna"

Polemiche sulla rievocazione storica organizzata da Comune e associazioni dei combattenti in un oratorio

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di Graziano Masperi

Ricordare gli 80 anni della battaglia di El Alamein, dove migliaia di giovani italiani morirono sotto il fuoco delle armate inglesi. Con questo intento il Comune di Abbiategrasso, l’associazione Bersaglieri, quelle dei Carristi e dei Paracadutisti hanno promosso una giornata (domenica) che sarà ospitata sul campo dell’oratorio di San Pietro, in corso San Pietro, e nel vicino convento dell’Annunciata.

Dal mattino sul campo dell’oratorio ci sarà un’esposizione di auto e moto storiche dell’arma Pastrengo, una dimostrazione di arti marziali e un lancio di paracadutisti. All’Annunciata, dalle 15, il concerto della fanfara dei bersaglieri e un convegno sul tema “Passione e gloria ad El Alamein“ con la partecipazione di Federico Ciavattone, docente di storia del paracadustismo italiano, Antonio Pennino, generale di divisione dei bersaglieri, e Federico Meleca, capitano carrista.

La rievocazione per appassionati di storia militare (è prevista anche una mostra) sta suscitando molte polemiche in città. Il primo a prendere posizione è stato il Pd che rimarca "l’inopportunità e la leggerezza nell’organizzare una manifestazione che va al di là di una commemorazione a ricordo dei caduti in guerra (non una preghiera di suffragio è prevista nel programma)".

"Questa manifestazione – si legge ancora nel documento del Pd – si presenta invece come la celebrazione di una battaglia e di una visione di conflitto e politica coloniale, in cui migliaia di soldati furono mandati a morire dal regime fascista, alleato del nazismo hitleriano. In questo tempo in cui viviamo momenti drammatici e condanniamo la guerra di invasione della Russia contro l’Ucraina, nel cuore dell’Europa, nel momento in cui stiamo invocando che si avvii urgentemente un percorso di pace e di diplomazia perché tacciano le armi, ad Abbiategrasso si permette e si patrocina una festa nostalgica di una guerra in cui noi eravamo gli invasori a fianco dei nazisti".

Anche Anpi si dissocia dall’evento. "Sarebbero molti gli eventi drammatici da ricordare legati ai due conflitti mondiali, perché non esiste una guerra giusta e una sbagliata; a nostro parere sono sufficienti il 4 Novembre e il 25 Aprile soprattutto, a raccoglierli tutti. Pur condividendo la necessità della memoria di tanti italiani morti ingiustamente, con l’ombra della guerra e della minaccia atomica che si stendono sull’Europa non è il momento di retoriche sull’eroismo, ma della ricerca di urgenti strade di pace" si legge nel documento del direttivo dell’Anpi abbiatense presieduto da Michele Bona.

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