
Giorgio
Gori*
Dieci proposte che penso potrebbero contribuire ad aumentare la partecipazione al lavoro e la sua qualità
Crescita, produttività, dignità della persona, contrasto delle disuguaglianze e della povertà: tutto parte dal lavoro. Ed ecco, punto per punto, il decalogo: 1) Salario minimo, come soglia sotto la quale nessun lavoro possa essere pagato.
2) Lavoro a termine più costoso del lavoro a tempo indeterminato, per incoraggiare il lavoro stabile.
3) Più contrattazione di secondo livello, per agganciare produttività e incrementi salariali. 4) Consistente taglio del cuneo fiscale concentrato su giovani e donne, per aumentarne le retribuzioni nette e la partecipazione al lavoro. 5) Congedi parentali paritari tra uomini e donne, perché un figlio non penalizzi il lavoro femminile.
6) Stop ai tirocini gratuiti
7) Modifica del reddito di cittadinanza, per evitare che disincentivi la partecipazione al lavoro. 8) Formazione e orientamento per i giovani, formazione continua per chi già lavora: non c’è qualità del lavoro senza competenze
9) Contrasto del lavoro nero e del caporalato anche attraverso la regolarizzazione dei lavoratori stranieri oggi privi di permesso di soggiorno. 10) Apertura all’immigrazione regolare, con flussi pianificati a partire dalle necessità del mondo del lavoro. Politiche per la formazione e l’integrazione dei lavoratori stranieri.
*Sindaco di Bergamo