GABRIELE
Cronaca

Due minuti di ritardo: disagio simbolo

Gabriele

Moroni

Tutti i giorni prendo il treno delle 7.57 sulla tratta Parabiago-Milano Porta Venezia. Tutti i giorni ha due minuti di ritardo e almeno una volta la settimana il ritardo accumulato arriva a 16 minuti. Due settimane fa è arrivato in ritardo sia lunedì che venerdì, lunedì con un ritardo di 12 minuti e venerdì di 16. Viaggio dal 1° settembre e almeno due sono stati i treni soppressi negli orari che mi riguardano, una volta al mattino e uno la sera. Un altro disagio: spesso né il display né l’altoparlante, che dovrebbero annunciare le varie stazioni, funzionano. Ti ritrovi a guardare continuamente fuori o a utilizzare app di localizzazione per capire in che stazione ti trovi. Per non parlare dei bagni. La porta si apre e si chiude schiacciando un pulsante, ma quasi sempre, una volta azionata l’apertura, non si riesce più a richiudere. Giorni fa ho visto un passeggero che, dopo essere entrato nel bagno, continuava ad azionare la chiusura ma la porta continuava ad aprirsi. Alla fine ha dovuto utilizzare la forza per cercare di chiuderla manualmente (e chiudere a mano una porta automatica è difficoltoso).

Silvia, Busto Garolfo (Milano)

Due minuti di ritardo. E cosa sarà mai, obietterà qualcuno? Il display e l’altoparlante non funzionano e allora si lavora di sguardi dal finestrino (bello con il buio o in caso di nebbia) o di app per capire in quale stazione, plaga o landa ci si trovi. Ma alla fine, obietterà il contraddittore, si arriverà comunque a destinazione. E vuoi mettere l’esercizio muscolare di chiudere a mano una porta automatica? Ma, amico contraddittore, prova a comporre il mosaico e a moltiplicare tutto questo per ogni giorno della settimana. Ecco, questa è la vita del pendolare.

mail: gabrielemoroni51@gmail.com