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Droga, i milanesi sniffano 10mila dosi al giorno di cocaina

Il trend secondo le ricerche dell'Istituto Mario Negri: sale la cannabis, l'eroina segna un ritorno ma non è ancora un trend. E da Londra il cattivo esempio: mefedrone nei rave party di DANIELE MONACO

Ettore Zuccato, dell'Istituto Mario Negri

Milano, 18 gennaio 2016 - «Stabile la cocaina nell’area di Milano, aumenta il consumo di cannabis, mentre a Londra fa furore il mefedrone». È questo il “borsino” della droga secondo la pluriennale esperienza nella ricerca scientifica del dottor Ettore Zuccato. L’esperto fa parte del laboratorio di Tossicologia della nutrizione dell’Istituto Mario Negri di via La Masa a Milano, diventato famoso grazie alla ricerca sulle acque reflue urbane. Attraverso l’analisi sui tre depuratori della metropoli e sul fiume Po, lo staff è in grado di spiegare quali sono le droghe più utilizzate nel Nord Italia e osservare in tempo reale le variazioni nel mercato. Nei fiumi si trovano infatti anche le sostanze espulse con il metabolismo dal corpo umano ed è possibile capire quali sono i gusti dei tossicodipendenti, la merce più diffusa e quelle emergenti. Un modello di ricerca di successo che verrà presto ripetuto anche all’estero. «L’Istituto Mario Negri sarà coordinatore di un progetto sulla ricerca di nuove droghe finanziato dalla Commissione europea, dipartimento Home and Justice: 600mila euro in due anni – spiega Zuccato –. I nostri partner sono Spagna, Portogallo, Belgio e Norvegia. Nel Paese scandinavo saremo presenti a un festival estivo per monitorare l’utilizzo di sostanze psicoattive anche attraverso il prelievo di campioni di urine».

Dottor Zuccato, quali sono le novità in Lombardia? «C’è un notevole incremento della sostanza Thc (tetraidrocannabinolo, ndr) nelle acque reflue della nostra zona. Insomma, è aumentato il consumo di cannabis. Si nota anche un ritorno dell’eroina, ma si tratta di variazioni episodiche da monitorare. La cocaina resta stabile, 10mila dosi al giorno consumate nel Milanese, secondo una stima grossolana». Ci sono sostanze stupefacenti nuove in giro? «Da un paio di anni a questa parte nell’ambiente dei rave party a Londra c’è il mefedrone, una droga sintetica. Fu la prima della famiglia dei catinoni a essere introdotta, poi seguita dai suoi derivati come il pentedrone e il 4Mec, metiletcatinone. L’obiettivo di chi fa affari con la droga è di creare sempre nuove sostanze che non sono catalogate nelle tabelle ministeriali. In Inghilterra ormai questa nuova sostanza è usata almeno quanto la cocaina, in Italia abbiamo registrato piccole presenze, per ora solo a Firenze e Bologna. Ma il mefedrone è stato ormai registrato ed è illegale». Da dove vengono queste sostanze? «Vengono prodotte in Cina e in India, ordinate via Internet con carta di credito e spedite a domicilio con pacchetti anonimi. È tutto un altro giro, più discreto e difficile da tracciare rispetto alla cocaina che viene portata in Europa dal Sudamerica, magari con grossi quantitativi». Possono essere utili le politiche di riduzione del danno e del “pill testing“ nei rave party? «Possono per lo meno evitare il consumo di sostanze di cui non si sa cosa contengono e quali effetti possano provocare. Spesso succede che nemmeno lo spacciatore sappia esattamente che cosa sta vendendo e quindi testare le droghe può servire a evitare alcuni rischi, soprattutto per chi prende ecstasy. Nel caso di via Toffetti segnalato da Il Giorno, quando il pusher dice “intero“ significa che la cocaina era pura al 100%». E la metamfetamina che fine ha fatto? «È letteralmente scomparsa dal mercato, bisogna ancora però capire cosa l’abbia sostituita. Non è pensabile che chi prima l’assumeva sia rimasto all’improvviso senza niente». daniele.monaco@ilgiorno.net