DrefGold si difende dalle accuse di spaccio: "Non ne ho bisogno, guadagno già tanto"

Arrestato dopo che in casa erano stati trovati 100 grammi di marijuana e hashish: "Era la mia scorta personale"

Drefgold (Foto Concolino)

Drefgold (Foto Concolino)

Milano, 12 settembre 2019 - Il trapper milanese ' DrefGold',all'anagrafe Elia Specolizzi, arrestato il 23 agosto scorso a Milano perché nella sua casa la polizia ha trovato oltre 100 grammi di marijuana e hashish e 12mila euro in contanti, non ha bisogno di spacciare perché guadagna già «decine di migliaia di euro all'anno» con la sua attività di cantante. È la linea difensiva che è emersa dalla prima udienza del processo nel corso della quale il legale del 22enne, l'avvocato Niccolò Vecchioni, ha depositato una serie di documenti proprio per dimostrare i redditi incassati dal giovane.

Tra i testimoni il difensore, oltre ad alcuni ragazzi che erano con il trapper quel giorno, ha citato anche il padre di Specolizzi, perché, sostiene la difesa, una parte dei soldi trovati glieli aveva dati proprio il genitore. Davanti al giudice della nona sezione penale Angela Martone, il viceprocuratore onorario ha chiesto di sentire in aula gli agenti che arrestarono il cantante, che ha pubblicato l'anno scorso il primo album solista 'Kanaglia' e vanta collaborazioni con grossi nomi della scena trap come Sfera Ebbasta e Capo Plaza. Stessa richiesta di ascoltare i poliziotti anche dalla difesa e il giudice, poi, ha ammesso tutte le prove anche testimoniali e rinviato l'udienza al 12 novembre per sentire tutti i testi e per le conclusioni delle parti. Non si sa se quel giorno stesso arriverà anche il verdetto.

«Sono un consumatore conclamato di cannabis in quantità massicce», aveva spiegato il ragazzo, anche oggi presente in aula con le sue trecce colorate, al giudice che a fine agosto ha disposto per lui solo l'obbligo di firma e non i domiciliari come chiedeva, invece, la Procura. «Non spaccio, quella era la mia scorta personale per l'estate e quei soldi li ho guadagnati col mio lavoro», aveva aggiunto il 22enne che si proclama «innocente».

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