NICOLA PALMA
Cronaca

"Dobbiamo fare affari insieme...". Il vigilante “infiltrato” in via Cilea

Patenti facili, tra gli indagati una guardia giurata: si assicurava che nessuno controllasse gli esaminandi. Gli incontri al kebab con la cinese Pan X. e la busta con 1.500 euro: "Li metto in banca, sono per l’auto".

"Dobbiamo fare affari insieme...". Il vigilante “infiltrato” in via Cilea

"Dobbiamo fare affari insieme...". Il vigilante “infiltrato” in via Cilea

"Ciao, si è messo di traverso, s’è messo seduto di traverso e stava con il braccio alzato tutto il tempo. Gliel’ho detto prima che entrava di stare attento...". È il 6 aprile 2022, siamo alla Motorizzazione civile di via Cilea. Gli agenti della polizia locale hanno appena sequestrato a un ragazzo cinese le apparecchiature elettroniche che teneva nascoste sotto i vestiti per avere i suggerimenti in tempo reale e superare senza intoppi il test della patente. Alle 10.53, i ghisa, che già da mesi stanno indagando su un gruppo sospettato di aiutare illecitamente gli esaminandi a superare la prova in cambio di 6mila euro, intercettano una telefonata tra Pan X., commerciante di 43 anni finita ai domiciliari, e la guardia giurata Biagio S.

"Stava con il braccio tutto il tempo alzato, l’hanno visto subito... se ne sono accorti, io ho fatto finta di niente, me ne sono andato, hai capito? Manco l’ho controllato... se sono loro che se ne accorgono, io non posso fare niente, lo capisci?", il suo resoconto a colei che, secondo le accuse del pm Cristiana Roveda, avrebbe messo in piedi il sistema smantellato dagli investigatori dell’Unità investigazioni e prevenzione di piazza Beccaria. Stando a quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Daniela Cardamone, che ha respinto la richiesta di arresto per il vigilante indagato, cinque giorni dopo quella conversazione, Pan X. e Biagio S. si sono incontrati in un kebab non lontano da via Cilea: "I candidati ci sono il 13, il 15 e il 19, gli esami ci sono anche a maggio, giugno, luglio e anche ad agosto", spiega la donna. "Io voglio far guadagnare te, ma devo guadagnare anche io – risponde la guardia giurata –. Se mi beccano, mi rovinano, lo capisci? I candidati comunque è meglio che siano tutti nello stesso orario".

Il giorno dopo, uno degli aspiranti patentati che si sono rivolti alla quarantatreenne si presenta alla Motorizzazione per svolgere l’esame: S. ha il compito di andare a prendere il cittadino cinese alla porta e di controllare che nessuno lo controlli. Risultato: pure stavolta i vigili lo "pizzicano", evidentemente allertati dai colleghi in ascolto. Alle 10.26, S. chiama Pan X.: "Voi non mi ascoltate... voi non mi ascoltate... – ripete all’interlocutrice –. Io non posso rischiare così ragazzi, ve lo dico". Il 19 aprile, i due si incontrano ancora, monitorati a distanza dagli investigatori alla stazione del metrò di Molino Dorino: in quell’occasione, si legge negli atti, la donna passa a S. una busta, che secondo l’inchiesta contiene 1.500 euro. "Sei contento?", sorride lei. "Sì, questi li metterò in banca... mi servono per pagare la macchina... devo arrivare a trentamila euro...". "Piano piano... tranquillo...", conviene la donna. "Sì sì, io e te dobbiamo collaborare... dobbiamo fare affari insieme", aggiunge lui, che per i magistrati incassava 500 euro per esaminando. "Sì ma devi farli solo con me", mette le mani avanti la commerciante con negozio di bigiotteria in via Sarpi.

Del gruppo facevano parte pure i due presunti "suggeritori", il vigile Giuseppe M. e la dipendente di un’autoscuola di viale Certosa Nelli H., che si recavano nella sede di un’agenzia per il lavoro in via Bramante per collegarsi da remoto con i candidati di giornata e sbirciare attraverso le microcamere i quesiti a scelta multipla sul Codice della strada. Il tramite era sempre Pan X., che comunicava ai suoi clienti in lingua cinese le risposte corrette. Come la mattina del 3 marzo 2022, quando la donna dà istruzioni a un connazionale: "Stai in questo modo, così possiamo vedere dalla telecamera... sinistra... non ti muovere".