Caso dj Fabo, Consulta rinvia decisione al 2019: "Parlamento colmi il vuoto legislativo"

"Hanno riconosciuto la nostre ragioni" ha commentato Marco Cappato, sotto processo per aver portato in Svizzera il giovane che voleva morire

Marco Cappato in aula

Marco Cappato in aula

Milano, 24 ottobre 2018 -  Ancora tempi lunghi, dopo il rinvio oggi della Consulta, per arrivare a una soluzione del procedimento sulla morte di Dj Fabo. Un processo storico, snodo cruciale dal punto di vista giudiziario sul tema del 'fine vita' che nel frattempo ha ricevuto una prima risposta politica, attesa da anni, con la legge sul testamento biologico. Ma anche un processo ad alto livello di emotività, che ha scosso le coscienze, in cui accusa e difesa si sono trovate dalla stessa parte e il vero protagonista è stato il corpo di Fabiano Antoniani, svelato in tutta la sua cruda sofferenza sul grande schermo dell'aula della Corte d'Assise di Milano, con i giudici chiamati a decidere se Marco Cappato è colpevole del reato di 'aiuto al suicidio' per avere accompagnato Dj Fabo a morire in Svizzera. 

CONSULTA: "VUOTO LEGISLATIVO" - "Nella Camera di consiglio di oggi - spiega una nota - la Corte costituzionale "ha rilevato che l'attuale assetto normativo concernente il fine vita lascia prive di adeguata tutela determinate situazioni costituzionalmente meritevoli di protezione e da bilanciare con altri beni costituzionalmente rilevanti". Quindi - si spiega - "per consentire in primo luogo al Parlamento di intervenire con un'appropriata disciplina, la Corte ha deciso di rinviare la trattazione della questione di costituzionalità dell`articolo 580 codice penale all'udienza del 24 settembre 2019". La Corte costituzionale nel rendere nota la decisione presa in camera di consiglio sulla questione relativa all'aiuto al suicidio specifica che la relativa ordinanza sarà depositata a breve.  E resta ovviamente sospeso il processo a quo, ossia il procedimento nei confronti di Marco Cappato di fronte alla corte d'assise di Milano, che aveva inviato gli atti alla Consulta. La questione di legittimità sull'art. 580 del codice penale era infatti stata sollevata dalla Corte d'Assise milanese nell'ambito del processo a Cappato, imputato di aiuto al suicidio, per aver accompagnato in una clinica svizzera, dove scelse di morire, dj Fabo.

CAPPATO: "CONSULTA HA RIICONOSCIUTO NOSTRE RAGIONI" - "La Corte ha riconosciuto le nostre ragioni. Il pronunciamento della Corte Costituzionale dà un anno di tempo al Parlamento per fare ciò che chiedevamo da 5 anni. E' un risultato straordinario, arrivato grazie al coraggio di Fabiano Antoniani e alla fiducia che Carmen e Valeria mi hanno fatto per la mia azione di disobbedienza civile". Così l'esponente radicale e tesoriere dell'associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, imputato per aiuto al suicidio per la morte di Dj Fabo, dopo la decisione della Consulta.  E ancora: "Ora il Parlamento ha la strada spianata per affrontare finalmente il tema e per discutere la nostra proposta di legge di iniziativa popolare per l'eutanasia legale, come sta accadendo nel Parlamento spagnolo". Un invito raccolto dal presidente della Camera Roberto Fico, del M5Stelle che ha twittato: "La decisione della Consulta è un'occasione importante per il Parlamento. Serve più che mai adesso aprire il dibattito su un argomento delicato, rispetto al quale ci deve essere attenzione e sensibilità. La politica affronti il tema dell'eutanasia".

LEGALE CAPPATO: "DECISIONE STORICA" - Parla di "decisione storica" l'avvocato Filomena Gallo, difensore di Marco Cappato davanti alla Consulta e segretario dell'Associazione Luca Coscioni. "La Costituzione - afferma Gallo - ha trionfato sulle istanze paternalistiche del codice penale fascista e sulla grave inerzia del legislatore, che nonostante le varie sollecitazioni, non si è mai determinato a regolare la materia del suicidio medicalmente assistito" .

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