ANDREA GIANNI
Cronaca

Disoccupazione ai minimi a Milano, 5mila addetti in più rispetto al pre-Covid: ecco i settori in ripresa

Industria stabile, boom di commercio e ristorazione. Dall’intelligenza artificiale per ora poco impatto, futuro a rischio per gli impiegati

Una protesta contro il lavoro precario

Una protesta contro il lavoro precario

Il tasso di disoccupazione, nella Città metropolitana di Milano, scende al 4,7%, registrando una delle performance migliori degli ultimi anni. Cala, di pari passo, anche il numero di Neet, giovani che non studiano, non lavorano e non sono coinvolti in attività di formazione. È un quadro positivo per l’occupazione milanese, quello tracciato dall’ultima rilevazione della Cisl Milano Metropoli, anche se non mancano le incognite all’orizzonte. Incognite legate anche all’intelligenza artificiale, che non ha ancora fatto sentire i suoi effetti ma potrebbe portare in futuro a tagli e all’apertura di scenari di crisi in alcuni settori.

«I lavori con alta intensità di manodopera, come ad esempio servizi di pulizie o mense, ovviamente non verranno toccati dal cambiamento, così come le alte professionalità", spiega Eros Lanzoni, della segreteria milanese della Cisl. "L’impatto potrebbe farsi sentire, invece, nelle tante funzioni intermedie, impiegatizie e amministrative. Per fare un esempio, gli avvocati non smetteranno di andare in Tribunale ma forse, con l’applicazione dell’intelligenza artificiale, in futuro ci sarà meno bisogno di persone che si occupano di attività di segreteria, gestione delle pratiche o contabilità. Sono scenari da valutare in un quadro che al momento, sul nostro territorio, resta positivo anche nei primi mesi del 2024 e guardando alle previsioni da qui a giugno. Crescono gli occupati, e cresce anche l’occupazione stabile e quella femminile, superando i livelli del 2019, prima della pandemia".

L’unico settore in rallentamento, secondo i dati analizzati dal sindacato, è l’agricoltura. Resta stabile l’industria, mentre la crescita occupazionale più consistente si registra nel commercio e nella ristorazione. Settori dove, storicamente, le condizioni di lavoro sono precarie e con diverse criticità, con un alto turnover. Nel 2019 si contavano circa 276mila occupati nel commercio e nella ristorazione nel Milanese. Ora sono circa 281mila, cinquemila in più rispetto all’anno pre-Covid. Numeri che trainano la crescita del macro-settore dei servizi, che attualmente conta circa 905mila occupati. Considerando la popolazione complessiva, di tutte le età, il 55% ha un lavoro. E il tasso di disoccupazione, che nel 2021 aveva raggiunto il picco del 7%, ora è calato al 4,7%, rendendo la Città metropolitana uno dei territori lombardi con le migliori performance.

"Nel 2019 il tasso di disoccupazione era al 6% – prosegue Lanzoni – e i numeri attuali indicano un riassestamento dopo gli anni della pandemia e un miglioramento delle performance, tanto che le aziende continuano a far fatica a trovare figure professionali. Dobbiamo continuare a vigilare sulle condizioni di lavoro, perché restano numerose criticità da risolvere". Criticità come il nodo degli stipendi, troppo bassi rispetto al costo della vita di Milano.