
Saracinesche negozi dipinte
Milano, 20 gennaio 2019 - Personaggi paesaggi del mondo agricolo ma anche ragazzi con lo skateboard e occhi uguali a quelli che si incrociano tutti i giorni passeggiando per il quartiere. Sono i mondi realizzati su 34 serrande del quartiere Sant’Ambrogio I, alla Barona: 400 metri quadri di opere che costituiscono «l’Arteteca», una mostra a cielo aperto che si rinnoverà ogni giorno, non appena le serrande dei negozi si abbasseranno. Questa mattina alle 11.30 è in programma l’inaugurazione del lavoro promosso dal Municipio 6 e realizzato dagli artisti di Artkademy, Artefice e altre realtà della zona.
Dopo il taglio del nastro, racconti sul progetto, tour tra le opere e coinvolgimento degli abitanti che insieme agli artisti potranno decorare le ultime serrande ancora da riempire di colore. I dipinti sulle cler rappresentano un omaggio alla Barona: non a caso passando in rassegna le postazioni si leggono le lettere a caratteri cubitali che formano il nome della zona. E con uno sguardo si possono abbracciare passato, presente e futuro. Dalle mondine chinate dentro le acque delle risaie sotto l’insegna del Centro di aggregazione multifunzionale al volto di una donna che scruta i passanti dalla farmacia. E poi verde e palazzi sullo sfondo aprono un mondo all’ingresso del mercato comunale. Un lavoro che i cittadini apprezzano, mentre nello stesso tempo puntano però il dito contro quello che ancora non va. «Basta girare la testa per vedere lo scempio della ex scuola di via San Paolino, dismessa, oggetto di occupazioni e non ancora abbattuta. Quando sarà demolita?», domanda Sabrina Polizzi, che lavora nel quartiere. Secondo i piani, l’abbattimento avverrà nei prossimi mesi.
Il presidente del Municipio 6 Santo Minniti illustra così l’Arterteca: «Accanto a piccoli e grandi necessità del territorio, la richiesta emersa è quella di maggiore cura dello spazio pubblico. Per questo abbiamo avviato un’operazione di riqualificazione dello spazio esterno del mercato e dei portici del Sant’Ambrogio I, con l’intenzione di rendere più bello, vivibile e vissuto il quartiere. Ora l’idea è diventata realtà, con una delle opere di arte pubblica più grande di Milano. ». Il vicepresidente Sergio Meazzi aggiunge: «Un modo per abbellire porzioni di città, anche quelle più nascoste, e che sappiamo meritano attenzione e riqualificazione».