
Discriminazione per motivi etnici. Arrestato l’aggressore col Corano. L’odio per l’Occidente: "Infedeli"
Un radicato odio per l’Occidente, tracimato prima nel triplo raid a mani nude in strada contro passanti scelti a caso e poi nel corpo a corpo con gli agenti che l’hanno bloccato, apostrofati come "infedeli". Ieri notte Ibrahim Tawfik, egiziano di 33 anni, è stato portato a San Vittore dagli investigatori della Digos, che, a valle degli accertamenti in Questura, lo hanno dichiarato in arresto in base all’articolo 604 bis del codice penale, che punisce con la reclusione fino a un anno e sei mesi "chi propaganda idee fondate sulla superiorità sull’odio razziale o etnico ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi" e con la reclusione da sei mesi a quattro anni "chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi".
Oggi è in programma la convalida del provvedimento davanti al giudice. Tawfik è stato denunciato anche per le lesioni provocate a uno degli aggrediti, un quarantaquattrenne ecuadoriano, finito prima alla Multimedica di Sesto San Giovanni e poi al Bassini di Cinisello Balsamo per una lieve contusione al volto. Il nordafricano è entrato in azione qualche minuto prima delle 14.30 di sabato in fondo a viale Monza, in zona Villa San Giovanni: era vestito con una lunga tunica e aveva con sé una copia del Corano. Stando a quanto ricostruito, ha legato la bici a un palo all’incrocio con via Pindaro e "ha iniziato a urlare contro un uomo, colpendolo", il racconto di Sabatin Aktas del locale Kebab Villa Istanbul. Poi ha attraversato la strada "gridando “Allah Akbar” e ha preso a schiaffi una donna sull’altro marciapiedi", rubandole pure lo zaino e scaraventandolo contro un’auto di passaggio. Quindi è entrato nel panificio Mr.Moussa: un dipendente ha cercato di calmarlo offrendogli una bottiglietta d’acqua, ma Tawfik è uscito dall’esercizio commerciale. Infine, l’arrivo delle Volanti e il fermo. Prima di essere portato in Questura, l’egiziano è stato accompagnato in pronto soccorso per controlli medici. Nel frattempo, sono scattate le verifiche sul passato del nordafricano, che non hanno fatto emergere collegamenti con realtà estremiste né frequentazioni che facessero pensare a un aspirante terrorista.
Tuttavia, il trentatreenne ha mostrato tutta la sua avversione per il mondo occidentale, anche se la sensazione è che quel sentimento sia stato alimentato più da vicissitudini personali che da altre questioni. Tawfik fu arrestato a Pozzallo nel 2014, accusato di essere lo scafista di uno dei tanti viaggi della disperazione che approdano sulle coste siciliane: per quell’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina è stato condannato a quattro anni di reclusione. Nel 2020, è rientrato nel Paese di origine, in esecuzione di un ordine di espulsione, ma nel 2023 è tornato in Italia: a luglio, la polizia l’ha intercettato a Milano e arrestato per reingresso a meno di cinque anni dal rimpatrio. Fino a sabato aveva l’obbligo di firma. Poi l’esplosione di violenza, per fortuna senza gravi conseguenze.