Diritti e aiuti ai caregiver famigliari Ecco la legge regionale bipartisan

Previsti 900mila euro in tre anni per sostenere chi assiste un proprio caro non autosufficiente. La bozza è stata presentata in commissione Sanità, l’8 novembre l’approdo nell’aula del Pirellone

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di Giambattista Anastasio

La bozza del progetto di legge sui caregiver famigliari è stata presentata nel corso dell’ultima commissione Sanità del Consiglio regionale. Una bozza messa a punto da un gruppo di lavoro bipartisan e che può rappresentare la via lombarda al riconoscimento di una figura fondamentale in tante famiglie, nell’attesa che il Parlamento arrivi all’approvazione di una legge nazionale il cui iter è iniziato nel 2019 senza che si sia concluso.

La bozza lombarda identifica come caregiver famigliare chi sceglie di assistere e di prendersi cura del coniuge, del convivente, di un parente di secondo e o terzo grado che abiti con lui e che, "a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative", non sia autosufficiente. Detto altrimenti: il caregiver è colui che sacrifica buona parte del proprio tempo, delle proprie aspirazioni professionali e della propria vita sociale per curare un proprio caro non autosufficiente. Si tratta di un impegno spesso a tempo pieno, per il quale non sono previste o possibili vacanze, e che va a coprire la carenza di servizi pubblici, soprattutto nell’ambito dell’assistenza domiciliare. Nonostante questo, la figura e il lavoro dei caregiver non sono adeguatamente riconosciuti e supportati dalle leggi, per questo ne occorre una ad hoc. I caregiver hanno diritto ad un’indennità di accompagnamento e alle prestazioni di sollievo previste dai voucher regionali (B1 e B2). Se lavorano – e se sono lavoratori dipendenti – hanno permessi retribuiti pari a 3 giornate, come tutti, sebbene, a differenza di altri, debbano, come detto, occuparsi di un proprio caro non autosufficiente. Altrettanto vale per i congedi straordinari. In sintesi: dal punto di vista lavorativo e previdenziale c’è ancora molta distanza tra ciò di cui un caregiver avrebbe bisogno e ciò sul quale può contare. Lla legge regionale, allora.

Gli "interventi a favore del caregiver famigliare" garantiti dalla Regione sono elencati all’articolo 4 della bozza. La Regione si impegna a garantire "forme di sostegno economico per l’adattamento domestico, la fornitura di ausili e presidi e l’eliminazione di barriere architettoniche a favore delle persone assistite domiciliarmente dai caregiver", a "favorire accordi con le rappresentanze delle compagnie assicurative che prevedano premi agevolati e costi calmierati per le polizze stipulate dai caregiver", a promuovere "misure per favorire la conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di cura" e, ancora, a promuovere "percorsi di supporto psicologico finalizzati al mantenimento del benessere e dell’equilibrio personale e familiare" e "interventi di sollievo dal carico delle cure per il caregiver che assista un soggetto affetto da patologie croniche".

Quanto all’inserimento lavorativo, l’articolo 6 prevede che la Regione promuova "percorsi formativi per caregiver", che "l’attestato di competenza di caregiver" sia "riconosciuto quale credito formativo per l’accesso ai percorsi di formazione del sistema regionale nell’ambito dell’assistenza alla persona, ivi compreso la formazione dell’assistente familiare". Non è finita. "La Regione, con riferimento ai giovani, favorisce il riconoscimento da parte di scuole, università ed enti accreditati alla formazione o al lavoro dell’esperienza maturata da studenti che abbiano prestato attività di cura e assistenza in qualità di caregiver attraverso percorsi di certificazione delle competenze. Tale riconoscimento può essere, altresì, valorizzato in termini di crediti formativi eo come ore riconosciute nei progetti di alternanza scuola-lavoro". Per fare tutto ciò, sono previsti 900mila euro in 3 anni. L’8 novembre il testo approda in Consiglio regionale.

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