Detenuto di 22 anni trovato senza vita a San Vittore: aveva inalato gas dal fornello da campeggio

L’allarme Uilpa: bisogna varare un decreto-legge per consentire il deflazionamento della densità detentiva, sono oltre 14mila i detenuti in più rispetto alla capienza utile

Il carcere di San Vittore a Milano (foto di repertorio)

Il carcere di San Vittore a Milano (foto di repertorio)

Milano – Quattro decessi in tre giorni, al carcere di San Vittore. L’ultimo caso, ieri sera verso le 19, non sarebbe stato però un suicidio. Un detenuto di originario del Marocco di nemmeno 23 anni ha inalato del gas dal fornello del campeggio, ma si sarebbe trattato del "tentativo di procurarsi effetti allucinogeni finito male". A dirlo, Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, che ha precisato i contorni della morte del detenuto, dopo l'allarme suicidi lanciato stamane da Aldo Di Giacomo della sigla Spp.

Il ragazzo è stato trovato esanime nella sua cella ieri sera verso le 19. Un decesso, che per De Fazio "ripropone pesantemente il tema dei detenuti tossicodipendenti, che dovrebbero seguire percorsi alternativi e di effettivo recupero, trovando anche le cure necessarie e che, nella situazione attuale delle carceri, sono molto prossime a una chimera". Per il leader Uilpa dunque il Governo dovrebbe prendere atto dell'"emergenza senza precedenti" e varare un decreto-legge "per consentire il deflazionamento della densità detentiva, sono oltre 14mila i detenuti in più rispetto alla capienza utile", prevedendo nel contempo "assunzioni straordinarie e accelerate nel Corpo di polizia penitenziaria, mancante di almeno 18mila unità". 

Il dato dei decessi nei penitenziari italiani è impressionante: 93 dall'inizio dell'anno, di cui 39 per suicidio. A questi vanno aggiunti quattro appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria che si sono tolti la vita.