REDAZIONE MILANO

Quartiere Gallaratese, via Appennini fra abusivi e segnali di rinascita

Il tour della commissione parlamentare d’inchiesta sulle periferie comincia tra i nuovi palazzoni di proprietà del Comune

Quartiere Gallaratese, degrado

Milano, 7 marzo 2017 - Otto complessi popolari per 196 famiglie. Il tour al quartiere Gallaratese della commissione parlamentare d’inchiesta sulle periferie comincia tra i nuovi palazzoni di via Appennini, di proprietà del Comune. Circa 60 nuclei sono già entrati negli appartamenti, e quasi il 70% dei nuovi inquilini è straniero. Sullo sfondo si scorge la stecca dei palazzoni Aler di via Bolla, additati come «pezzi di città dimenticata». Segnati da occupazioni abusive che hanno una particolarità: non sono permanenti ma di transito. «Le case si trasformano in un punto di approdo temporaneo per chi poi si dirige verso altri lidi», spiega Simone Zambelli, presidente del Municipio 8. Un turn over continuo, che esaspera gli inquilini regolari.

Il focus è sui complessi di via Appennini: i nuovi arrivati, consegnati ai cittadini dopo anni di lavori e inghippi burocratici. Un segnale di speranza.<WC> <WC1>La parte residenziale è solo una parte del mega complesso «che comprende uno spazio che sarà destinato ad attività commerciali e sociali. E un asilo nido già attrezzato, con un nuovo parco», mostra l’assessore alla Casa e ai Lavori pubblici Gabriele Rabaiotti. Altra novità: cantine e posti auto sono sganciati dal canone di locazione. Vengono assegnati a parte, a prezzi calmierati, per incentivarne l’utilizzo ed evitare che diventino terreno fertile per la criminalità.

Altra anima del quartiere è «piazzetta dell’incontro» di via Alex Visconti, luogo che un tempo era covo di pusher. Accanto alla lavanderia, alla panetteria, al bar, ecco gli scout, Zerodiciotto (un punto di riferimento per gli adolescenti) e lo spazio gestito dall’associazione Mitades. «Proviamo a dare risposte ai bisogni delle famiglie - spiega Silvia Baldini, rappresentante della rete Quartiere aperto -. Basti dire che il consultorio più vicino è a Quarto Oggiaro. E poi è attivo il progetto Sulla soglia, che spinge all’incontro, a mettere in comune idee». Segnali positivi in un quartiere che chiede potenziamento dei servizi: «Non abbiamo nemmeno un bancomat», dice una mamma. Fiore all’occhiello, «Gallab», falegnameria tornata operativa grazie a una raccolta fondi civica. «Abbiamo un centinaio di iscritti di diverse età - dice Dario Tundo, supervisore -. Attiveremo anche corsi di ceramica, serigrafia e di costruzione di skateboard».