
Luca e Francesco Potenzoni, fratello e papà di Daniele
Pantigliate (Milano) – “No, non è Daniele". Ennesima fumata nera nel caso di Daniele Potenzoni: non è lui l’uomo immortalato nel video che, nei giorni scorsi, aveva fatto il giro del web facendo riaccendere le speranze di ritrovarlo nella sua famiglia.
Sono passati esattamente otto anni da quando Daniele Potenzoni, un giovane uomo autistico all’epoca 36enne, è scomparso misteriosamente sotto la metropolitana di Roma alla fermata Termini mentre, con un gruppo organizzato, si stava recando in udienza dal Papa. Un caso che era rimbalzato su tutti i media nazionali e che non ha mai smesso di tenere l’opinione pubblica con il fiato sospeso, grazie anche ai numerosi appelli del padre Francesco che, in tutti questi anni, non si è mai dato pace.
Ricerche e appelli
A nulla erano valse le ricerche, immediatamente effettuate nei cunicoli della metropolitana dove Daniele era stato visto per l’ultima volta e, successivamente, in tutte le zone di Roma in cui si sono susseguite le numerose segnalazioni. La vicenda, iniziata nel piccolo paese dell’hinterland milanese, è presto rimbalzata nell’Italia intera. La sorte di quel ragazzo silenzioso e gentile, dall’aspetto forte ma dall’animo particolarmente fragile, perso chissà dove, aveva commosso tutti, persino Francesco Totti che, durante una partita di calcio fra Roma e Inter svoltasi all’Olimpico, aveva chiesto a tutti di collaborare alle ricerche.
Pioggia di segnalazioni
In questi anni le segnalazioni sono piovute numerose, in un susseguirsi di speranze e disillusioni dato che ogni pista si è rivelata un nulla di fatto, come anche quest’ultima. A riaprire il caso era stato un video pubblicato da una donna che per caso, navigando su Instagram, era incappata nelle immagini di un uomo incredibilmente somigliante al ragazzo scomparso. La scena era stata probabilmente girata in un Paese straniero.
L’uomo era sdraiato su un prato e appariva non completamente lucido, di sottofondo voci in una lingua straniera, presumibilmente dell’Est europeo. "Sembra davvero mio figlio - aveva puntualizzato Francesco Potenzoni dopo aver visionato il video – se non è lui è un sosia. Gli occhi e lo sguardo sono gli stessi di Daniele, anche le movenze. Addirittura sul braccio è visibile una vena identica alla sua. Forse questa volta ci siamo".
Speranza spenta
Ieri la doccia fredda: il consulente Edoardo Genovese e il legale Gennaro Gadaleta, che da anni seguono la vicenda, dopo un’intensa attività di ricerca hanno accertato che la persona protagonista del video non è Daniele. Non è stato possibile, al momento, dare un nome e cognome all’uomo ma di lui sono stati raccolti numerosi video che fanno capire che si tratta, per l’appunto, di un cittadino dell’Est Europa.
"A nome di tutta la mia famiglia – ha dichiarato Potenzoni – voglio ringraziare il commissariato di Treviglio e la questura di Bergamo che si sono attivati sin da subito nelle attività di ricerca e tutti coloro che in questi anni hanno contribuito nelle ricerche e continuano quotidianamente a farlo con l’obiettivo di riportare Daniele a casa. Posso solo aggiungere che le ricerche continueranno, io non mollo".