Dalla mafia al Comune Recuperati due capannoni

Sesto San Giovanni, saranno riqualificati con mezzo milione di euro. Uno andrà alla protezione civile, l’altro alle associazioni tramite bando

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di Laura Lana

Due nuovi beni confiscati alla mafia sono stati affidati al municipio. Uno sarà la nuova sede della protezione civile, il cui nucleo comunale era stato costituito circa cinque anni fa, trovando casa prima in una stanza del comando della polizia locale e poi in via Manin dove si trova il comitato cittadino della Croce Rossa Italiana. Dopo l’assegnazione dei due immobili sequestrati alla criminalità organizzata, si partirà con la loro riqualificazione. Si tratta di due capannoni industriali in via Giuseppe Mazzini 33. "Sono due immobili realizzati intorno agli anni Settanta, che hanno un valore di 282mila e 180mila euro - spiega l’assessore al Demanio Loredana Paterna -. Entrambi hanno bisogno di una ristrutturazione. Abbiamo ipotizzato due finalità. La prima sarà istituzionale con la nuova sede della protezione civile". In questo capannone il nucleo di emergenza potrà sfruttare un’unità più piccola per gli uffici e la segreteria e l’altra parte per la rimessa dei mezzi e dei materiali. Il costo dell’intervento, per la riqualificazione, è di mezzo milione di euro. "Ci sono problemi legati all’umidità di risalita e infiltrazioni. Per questo motivo, chiederemo un finanziamento fino a 150mila euro a Regione". L’altra funzione che si vuole dare al secondo capannone è sociale: sarà assegnato ad associazioni del territorio attraverso un bando. Questo secondo immobile ha meno problemi strutturali, ma si chiederà comunque una compartecipazione a una spesa complessiva di 100mila euro, criterio che rischia di tagliare fuori tante onlus. "Si tratta di una stima approssimativa dopo l’unico sopralluogo che abbiamo effettuato - replica Paterna -. Anche le associazioni potranno richiedere un contributo alla Regione lungo tutto l’anno. Del resto, parliamo di edifici particolari, da manutenere, tenendo presente che non per tutti il Pirellone potrà finanziare e sostenere i lavori". L’ipotesi per ora è di una realtà e di uno spazio complementare alla protezione civile, anche andando a dare risposta ai bisogni già emersi durante la pandemia ad esempio con un locale di stoccaggio.

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