Dalla Bicocca una task-force per le Mauritius

Gli esperti di restauro dei coralli: "Disastro ambientale, pronti a partire ma voli bloccati per il Covid. Nell’attesa aiutiamo da remoto".

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di Simona Ballatore

"Siamo pronti a partire per le Mauritius. L’emergenza Covid-19 ci sta bloccando qui, ma stiamo mettendo in piedi una task-force. In attesa di poter volare, daremo il nostro contributo da remoto". Paolo Galli, professore ordinario di Ecologia, è direttore del MaRHE Center dell’università di Milano-Bicocca, centro di ricerca internazionale sull’atollo di Faafu, alle Maldive. Sono ore concitate: i ricercatori milanesi - in costante contatto con un biologo molecolare dell’University of Mauritius che collabora con loro, Yohan Louis Didier - hanno scritto anche al consolato per riuscire a sbloccare la situazione. "Non ci occupiamo di petrolio - premette il docente del dipartimento di Scienze ambientali - ma di tecniche di recupero delle scogliere coralline quando sono danneggiate. Con le Mauritius era già in corso una cooperazione scientifica per analizzarne lo stato di salute". Prima dell’emergenza coronavirus, l’équipe della Bicocca stava scrivendo le linee guida per la cura dei coralli e insegnando la “coral restoration”.

"Il Covid ha bloccato tutto - scuote la testa Galli - e adesso c’è pure questo disastro ambientale inimmaginabile al quale far fronte". La nave giapponese Mv Wakashio si è spezzata in due, perdendo mille tonnellate di petrolio in mare. "Per prima cosa vogliamo dare una mano alla popolazione, una comunità multireligiosa e multiculturale che si sta dando da fare compatta per la sua isola - sottolinea il direttore di MaRHE -. Lavoreremo con loro per eliminare il petrolio. Poi toccherà alla scienza: bisognerà capire lo stato di salute dei coralli e occuparsi della “ricostruzione“, riparando il danno fisico. La nave si è incastrata nei coralli". Un grido di allarme è stato lanciato anche per le mangrovie, piante con radici nell’acqua salata che fanno da barriera anche per gli uragani.

Da febbraio, per l’emergenza Covid-19, i ricercatori di MaRHE center sono fermi a Milano. Due di loro erano rimasti bloccati alle Maldive e lì hanno trascorso la quarantena prima di riuscire a tornare a casa, con un viaggio rocambolesco lungo oltre 30 ore. "Stiamo mettendo a punto con le autorità maldiviane tutte le procedure per riportare presto i ricercatori in sicurezza - assicura il direttore -. E stiamo anche pensando a uno screening per la popolazione".

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