
Dagli incontri romani a Lele Mora. Tutti i contatti (veri e millantati). L’affare parcheggi: "C’è la mafia"
Un vortice di nomi. Contatti diretti, riferiti o soltanto millantati, che per gli investigatori sono però l’humus per la crescita del cosiddetto "capitale sociale". Tentacoli che cercano di arrivare ovunque, mirando a qualsiasi affare e approfittando di qualunque emergenza o provvedimento governativo. Con una doverosa premessa: nessuna delle persone che stiamo per nominare in questo articolo risulta indagata nell’inchiesta Hydra, alla quale sono completamente estranee. Gran parte di questi nomi entra nella disordinata traiettoria di Gioacchino Amico, considerato un uomo legato al clan camorristico Senese e tra gli undici arrestati di ieri.
È lui il 16 maggio 2020 a dire a Raimondo Orlando: "La settimana prossima scendiamo a Roma da una mia amica... una che segue 4 o 5 deputati". In effetti, il 20 maggio, il trentasettenne di Canicattì si reca nella Capitale, dove, stando a quanto documentato dai servizi di osservazione dei carabinieri, incontra in un ristorante le esponenti di Fratelli d’Italia Carmela Bucalo e Paola Frassinetti (oggi sottosegretario all’Istruzione) grazie all’intermediazione di due collaboratrici. È sempre Amico, conversando il 25 gennaio 2021 con l’indagato Francesco Berducci, a parlare della "possibilità di aggiudicarsi la gestione delle mense, del servizio di pulizia e manutenzione del verde presso le Rsa del senatore Mantovani (Mario, ex assessore regionale alla Sanità, ndr)". Il trentasettenne sostiene di conoscere pure l’ex consigliere comunale di Forza Italia Pietro Tatarella e di essere preoccupato per le sue sorti giudiziarie (per la cronaca, è stato di recente assolto da tutte le accuse nel processo "Mensa dei poveri").
Nelle carte si parla anche del tentativo di infiltrazione della cosca Iamonte nella struttura sanitaria "Anni Azzurri San Martino" di Bollate e delle velleità politiche di un manager del centro, che tramite Giancarlo Vestiti cerca entrature in FdI. È in questo contesto che spunta per la prima volta la figura dell’ex re dei paparazzi Lele Mora, che tornerà più volte. Non solo: nei dialoghi si fa riferimento pure ad Antonio Di Fazio, l’imprenditore arrestato per violenza sessuale dai carabinieri che viene tirato in ballo per le sue aziende farmaceutiche nel business delle mascherine e dei dispositivi di protezione contro il Covid.
A proposito di Covid, Amico e Vestiti puntano pure agli appalti regionali per la gestione dei servizi di sanificazione: in questo ambito, avvengono i contatti con l’ex assessore regionale Monica Rizzi. E poi c’è il business dei parcheggi: negli atti si fa cenno a posteggi e parcometri dell’Humanitas di Bergamo e della casa di cura Columbus in zona Buonarroti. La presenza dei presunti ospiti indesiderati, che si celerebbero dietro la società Logistica 2000, non passa inosservata agli occhi di alcuni dipendenti. Quando uno di loro si sente dire "chi sposta i cavi gli taglio la gola", le chiacchiere tra colleghi arrivano subito alla conclusione: "Questi sono convinti che i parcheggi ce li ha in mano la mafia".