Dad a tempo indeterminato... per la caldaia

Rotti due generatori su quattro del polo di via Dini. A casa tutti gli studenti dell’Allende per almeno 10 giorni

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In “Dad“ a tempo indeterminato. Succede all’istituto di istruzione superiore Allende, nel polo di via Ulisse Dini, attorno al quale orbita una popolazione di tremila studenti. E non c’entrano i contagi e le quarantene, questa volta, ma il freddo. L’odissea raccontata su Il Giorno la scorsa settimana non solo prosegue, ma non ha ancora la data di fine. Così ieri è arrivata la tanto temuta circolare firmata dalla preside, "visto il protrarsi dei lavori di ripristino dell’impianto di riscaldamento" ormai datato. Non solo. Nella notte tra domenica e lunedì, infatti, "si è verificata una perdita d’acqua importante, con conseguente allagamento di alcuni spazi al piano terra e al primo piano", si spiega nella comunicazione inviata alle famiglie. Due generatori su quattro funzionano, ma - anche per via delle finestre tenute aperte per limitare i contagi - la colonnina di mercurio non arriva a segnare una temperatura adeguata. Tutti in didattica a distanza fino a nuova comunicazione: il verdetto. I due generatori nuovi sono arrivati ieri, è stato difficile reperirli sul mercato anche per via del boom di interventi edilizi connessi ai vari “bonus“ in corso. Da oggi cominceranno i lavori. Dalla Città Metropolitana calcolano che serviranno verosimilmente dieci giorni di intervento, salvo imprevisti.

Il maxi polo scolastico di via Ulisse Dini è servito da un impianto di riscaldamento centralizzato: nella centrale termica sono installati quattro generatori di calore con una potenza pari a circa 8mila kW termici, arrivati ormai a "fine vita", visto che sono stati installati nel 1997. Tanto che i tre istituti - Allende, Varalli e Torricelli - erano stati inseriti nel bando “Territori Virtuosi” per la sostituzione completa degli impianti in primavera. Il guasto ha fatto precipitare tutto: due generatori sono in tilt e irrecuperabili. Ieri sera la preside ha incontrato i rappresentanti dei genitori per spiegare la situazione.

"I nostri figli hanno già fatto due anni di didattica a distanza e adesso ci risiamo, non per il Covid ma per la caldaia – scuote la testa una mamma –. La dirigente si è attivata subito, ma chiediamo che la situazione si risolva velocemente: abbiamo già perso troppi giorni di scuola". Da martedì, appena il termometro segnava una temperatura inferiore ai 18 gradi, le classi venivano mandate a casa, una alla volta. Da giovedì sono tutti a distanza.

"La Dad, uno strumento che, surrettiziamente, da troppe parti e per comodità, viene propinato ben oltre le necessità – hanno ricordato in una missiva inviata a Roma anche dal comitato A Scuola! –. Ci giungono voci di Dad avviata per la rottura dei caloriferi, per la mancanza di personale scolastico, per i più disparati motivi non collegati al Covid. Serve uno scenario post-emergenza anche per la scuola".

Si.Ba.

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