RUBEN RAZZANTE
Cronaca

Cyber-criminali. L’Italia finisce sotto attacco

Razzante* Sono continui gli allarmi per i sistemi informatici del nostro Paese, presi di mira da hacker e gruppi di...

Razzante* Sono continui gli allarmi per i sistemi informatici del nostro Paese, presi di mira da hacker e gruppi di...

Razzante* Sono continui gli allarmi per i sistemi informatici del nostro Paese, presi di mira da hacker e gruppi di...

RazzanteSono continui gli allarmi per i sistemi informatici del nostro Paese, presi di mira da hacker e gruppi di "hacktivisti". Le nuove guerre sono proprio quelle che si combattono nella dimensione digitale e sono ugualmente pericolose per la tenuta degli Stati, perché minano la sicurezza dei dati e delle informazioni riguardanti cittadini, imprese, istituzioni. Nel 2024, l’Italia è stata il quarto paese più interessato dai ransomware, vale a dire quegli attacchi informatici che bloccano l’accesso ai dati e lo ripristinano solo dopo il pagamento di un riscatto. Il nostro Paese, in questa triste classifica, si posiziona dopo Stati Uniti, Regno Unito, Canada e prima della Germania. A livello italiano, gli attacchi ransomware hanno colpito aziende nei settori manifatturiero (32,5%), consulenza (9%), IT (7,5%), trasporti (7,5%) e costruzioni (6,5%), distribuite maggiormente in Lombardia (30,90%), Emilia-Romagna (15,40%) e Veneto (8,80%). Sotto assedio soprattutto le piccole e medie imprese. L’Italia è stato inoltre il quinto Paese più colpito dai gruppi di hacktivisti durante il 2024, sia da collettivi filo-russi con motivazioni principalmente legate alla posizione filo-ucraina dell’Italia che da collettivi appartenenti all’area Asia-Pacifico, volti al sostegno della popolazione palestinese e dunque contrari al sostegno italiano a Israele. I dati sono stati presentati da Var Group nell’ottava edizione del Y-Report di Yarix, il suo centro di competenza per la cybersecurity. Grande incognita rimane l’Intelligenza Artificiale (AI), croce e delizia nel campo della cybersecurity: da un lato è stata usata per proteggere meglio i sistemi e accorciare i tempi di risposta agli attacchi, dall’altro ha consentito ai criminali informatici di sviluppare script malevoli, automatizzare le operazioni e cancellare le tracce.*Docente di Diritto dell’informazione Università Cattolica di Milano