Crescita del digitale in frenata

Ruben

Razzante*

Le nubi si addensano all’orizzonte anche per quanto riguarda lo sviluppo del mercato digitale. Nel 2021 si è registrata un po’ in tutti i settori una forte spinta verso i progetti di digitalizzazione, pari al 5,3%, per un valore complessivo di 75,3 miliardi di euro. Il 2022, però, pur confermando un trend verso l’alto, fa registrare un rallentamento dei ritmi di crescita, per cui la previsione per l’anno in corso è di un più 3,6%. A documentarlo è Anitec-Assinform, l’associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende dell’ICT, a commento della pubblicazione annuale sull’andamento del digitale in Italia, condotta in collaborazione con NetConsulting cube e presentata due giorni fa a Milano. Il conflitto russo-ucraino, con le sue ricadute sull’economia e la geopolitica, sta rendendo più incerti i processi di digitalizzazione, soprattutto per quanto riguarda le piccole e medie imprese. Saranno in questo senso decisivi gli investimenti legati al Pnrr. Lavoro, studio, commercio sono tutti ambiti nei quali l’impiego di soluzioni digitali nella vita di tutti i giorni ha conosciuto un forte incremento. Nel 2021 i dispositivi e sistemi hanno registrato un incremento del 9,1%, per un valore di 21,1 miliardi di euro, evidenziando un’accelerazione dovuta principalmente alle vendite dei personal computer e degli apparecchi televisivi. Restano, però, importanti criticità strutturali legate alla concentrazione degli investimenti in digitale nelle regioni del nord ovest e del centro Italia. C’è dunque un gap tra regioni e anche tra tipologie di aziende. Mancano, inoltre, alcune competenze indispensabili per il salto di qualità delle piccole e medie imprese. Nonostante la frenata prevista per quest’anno, le previsioni di Anitec-Assinform 2023-2025 sono orientate a una ripresa della crescita e si ipotizza che il mercato digitale possa superare i 91 miliardi di euro nel 2025.

* Docente

Diritto dell’informazione Università Cattolica Milano