SI.BA.
Cronaca

Covid, la storia di Ludovico: "Io e la mia vita chiusa in una stanza"

La quarantena dello studente del liceo Einstein: "Ragazzi, non siamo immuni. Ma le scuole sono sicure"

Ludovico Ottolina, 18 anni, nella sua camera dove dorme, mangia e segue la Dad

Milano -  Stava pedalando verso casa quando ha capito che qualcosa no andava: si sentiva stanchissimo, come non mai. Poi è arrivata la febbre, schizzata fino a 39, e si è aggiunta la tosse. Si è subito chiuso in casa in attesa di sottoporsi al tampone, meno di 24 ore dopo, in via Pace. Inizia così la quarantena di Ludovico Ottolina, 18enne del liceo scientifico Einstein. "Io abitualmente mi proteggo, uso sempre la mascherina e sto attentissimo. Non so da quando non prendo più mezzi pubblici, mi muovo solo in bicicletta. Eppure eccomi qui: anche noi ragazzi non siamo immuni", racconta, chiuso nella sua stanza. 

«Dove posso averlo preso? Mistero – alza le spalle –. Sicuramente non a scuola, c’erano le vacanze di Carnevale e poi tenevamo sempre le distanze e le mascherine. E infatti nessuno nella mia classe si è contagiato dopo di me, non ci sono state altre quarantene". Ludovico è un ragazzo molto attivo, anche nel sociale e nei movimenti studenteschi milanesi: guida l’Uds Milano, l’Unione degli Studenti. E anche nel primo lockdown era in prima linea a far la spesa o ad aiutare chi aveva bisogno e non poteva uscire di casa. "Quando ho visto l’esito del tampone mi sono preoccupato – confessa – ma non tanto per me, quanto per mio nonno, che avevo visto pochi giorni prima, e pensavo ai miei genitori. Per fortuna stanno tutti bene, è quello che conta". E anche lui si sente meglio. "Dopo i primi giorni i sintomi hanno iniziato a scemare – racconta –, adesso sono solo un po’ stanco. Ma ho sempre seguito le lezioni in didattica a distanza. Quanto avrei voluto tornare a scuola lunedì".

Non esce dalla camera, pranzo e cena li consuma lì, e incrocia le dita sperando di “negativizzarsi” presto. Intanto studia: quest’anno avrà la maturità. "Speriamo di chiudere l’anno in presenza e in sicurezza – sottolinea Ludovico –. Avrei voluto tanto partecipare alle manifestazioni di questi giorni per ribadire che i protocolli anti-contagio nella mia scuola hanno funzionato. Che le classi sono sicure, ma servono tamponi all’interno delle scuole per trovare anche gli asintomatici. Serve uno screening periodico, servono più investimenti. Come Uds abbiamo proposto anche un modello per la riapertura in sicurezza, che è sempre valido". Cosa manca di più in quella camera diventata scuola, diventata tutto? "La socialità – risponde il 18enne, senza tentennamenti – anche solo vedere un amico a distanza". Vuol tornare in classe Ludovico: "Abbiamo visto le disuguaglianze che crea la didattica a distanza – ricorda –. È assurdo che ancora una volta la scuola sia la prima vittima sacrificale: chiude mentre tutto il resto rimane aperto".