Covid: stipendi in calo del 5,7%. La Lombardia paga (ancora) di più

Le retribuzioni di dirigenti, quadri, impiegati e operai con la pandemia. Boom di cassa integrazione

i dati

i dati

Milano, 8 novembre 2020 - Nei primi sei mesi in Lombardia sono state autorizzate circa 526 milioni di ore di cassa integrazione, il 27% del totale nazionale. Un dato a cui si aggiunge lo stop alla crescita delle buste paga di tutti gli inquadramenti professionali dopo un trend positivo di cinque anni. Dal 28° Rapporto sulle retribuzioni di ODM Consulting, società di consulenza HR di Gi Group, arriva l’evoluzione delle retribuzioni nel 2019 e nel primo semestre 2020, con una tendenza su quanto dirigenti, quadri, impiegati e operai dovranno aspettarsi quando andranno a verificare i compensi a fine anno. "Il trend rispetto al 2019 evidenzia una staticità nelle dinamiche retributive, con variazioni contenute in tutte le regioni e sempre inferiori all’1% – spiega Miriam Quarti, senior consultant e responsabile dell’area Reward&Engagement di ODM Consulting –. Sebbene in Lombardia si riscontri un lieve calo delle retribuzioni per tutti gli inquadramenti, la tendenza 2020 non evidenzia variazioni nella classifica delle regioni con le retribuzioni più elevate".

L’effetto Covid-19 si traduce in buste paga più leggere per tutti i lombardi, senza tuttavia cambiare i rapporti di forza nei confronti dei pari grado delle altre regioni. Sia nel 2019, sia nel primo semestre 2020, la Lombardia si conferma al primo posto della classifica retributiva per dirigenti, quadri e Impiegati. Mentre per quanto riguarda gli operai è scavalcata dall’Emilia-Romagna. La tendenza dell’anno in corso prevede una retribuzione base annua di 121.123 euro per i dirigenti, 3.921 euro (+3,3%) in più rispetto alla media del nord-ovest e 4.311 euro (+3,7%) in più di quanto previsto per i colleghi del resto d’Italia. Se alla paga base annuale si aggiungo le voci variabili dello stipendio la distanza cresce: la retribuzione totale dei dirigenti lombardi (139.871 euro) nel 2020 sarà più alta del 3,5% rispetto ai colleghi del nord-ovest e del 4,4% se confrontata con il dato nazionale. Le distanze col resto del Paese si riducono per quadri e impiegati. Per i primi è prevista una retribuzione base di 59.668 euro, lo 0,6% in più della media del nord-ovest (59.301 euro) e l’1,1% di quella nazionale (59.009 euro). Ma i compensi variabili incidono meno sul totale retributivo annuo: i 5.715 euro in più rispetto alla cifra base fanno salire allo 0,8% l’incremento degli stipendi dei quadri lombardi rispetto a quelli delle regioni del nord-ovest e dell’1,6% nel confronto con il resto d’Italia. Il trend è analogo per quanto riguarda la basta paga degli impiegati la cui retribuzione base annua è i 33.016 euro, lo 0,8% in più dell’area nord-ovest e il 3,7% in più della media nazionale. Aggiungendo le voci variabili (34.591 euro il totale annuale) la distanza retributiva non cresce rispetto al nord-ovest mentre sale di poco rispetto alla media nazionale (+4,4).

Torna a crescere invece la differenza tra i compensi degli operai lombardi e i colleghi delle altre regioni. La retribuzione base annua nel 2020 sarà di 27.864, il 2,9% in più del resto del nord-ovest e il 4,4% del dato nazionale. Aggiungendo le voci variabile degli stipendi (28.869 il totale in Lombardia), la forbice sale leggermente rispettivamente al 3% e al 4,5%. Secondo l’indagine del 28° Rapporto, a livello nazionale, partendo dai dati Inps la riduzione sulla retribuzione netta mensile media provocata dalla cassa integrazione è del 33%. Tuttavia, se si considera il totale della popolazione lavorativa - compreso coloro che hanno continuato a ricevere l’intera retribuzione - la perdita media scende al 5,7% in meno al mese.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro