Il 40% dei ricoverati positivi non è in ospedale per Covid

Pressing delle Regioni per modificare il conteggio. La Lombardia resta gialla. Continua il calo dei contagi quotidiani rispetto al picco della scorsa settimana

Emergenza Covid

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Milano - Ieri il quarto bollettino “feriale”, basato cioè sui tamponi di una giornata (sempre la precedente) che non sconta rallentamenti festivi, conferma la china discendente che sembrano aver imboccato i nuovi contagi da coronavirus questa settimana rispetto al picco della scorsa, in cui per tre giorni la Lombardia aveva infranto il muro dei cinquantamila positivi quotidiani. Questa settimana, invece, sono scesi gradualmente dai 45.555 di martedì a 33.856 ieri, sempre a fronte d’infornate oltre i duecentomila tamponi che la Lombardia, sottolinea la task force regionale guidata da Guido Grignaffini, supera ormai "quasi sistematicamente", ed è in discesa anche il tasso di quelli risultati positivi (il 15,8% ieri).

Intanto ieri , a dieci giorni dal picco di velocità raggiunto il 4 gennaio dalla quarta ondata che alla variante Delta sta sostituendo la contagiosissima Omicron, i ricoverati in area Covid aumentavano in ventiquattr’ore di 5 in terapia intensiva (a 262) e di 17 in area medica, a 3.469 che non spostano la Lombardia dal 33% di letti occupati, oltre la penultima soglia prima dell’arancione. La zona gialla è confermata anche per la prossima settimana, sottolinea il governatore Attilio Fontana, grazie alle terapie intensive occupate dai pazienti Covid sotto la soglia del 20% (al ieri 17,1%).

I numeri comunicati dalla Regione non distinguono però i ricoverati positivi al coronavirus tra quelli in ospedale effettivamente per il Covid e quelli che ci sono finiti per altri motivi, scoprendosi contagiati "incidentalmente" col tampone d’ingresso. Distinzione per la quale continuano a premere tutte le Regioni, in attesa di una circolare ministeriale che dovrebbe escludere questi positivi “incidentali” dal conteggio dei ricoverati Covid: ieri in Rete circolava una bozza, il Ministero della Salute ha precisato di non aver compiuto "atti formali". "Il Cts nazionale esaminerà la proposta, attendiamo", ha spiegato Fontana, sottolineando che la richiesta "è stata avanzata per una questione di correttezza e trasparenza" dell’"informazione ai cittadini. È evidente che esiste una differenza tra chi entra in ospedale per una patologia che dipende dal Covid e chi entra per un’altra, anche un incidente stradale, e al tampone pre-ricovero risulta positivo". D’altra parte, ribatte il sindacato dei medici Anaao Assomed, un contagiato dal virus "richiede comunque personale obbligato a lunghe procedure di vestizione e svestizione e isolamento in spazi dedicati", e dunque uno “scorporo“ non rifletterebbe "una riduzione del carico di lavoro ospedaliero".

Certo però un’alta percentuale di positivi ricoverati non per Covid cambierebbe la lettura delle conseguenze del virus su una popolazione molto vaccinata come quella lombarda. In base a informazioni che il Giorno ha raccolto da diverse fonti, i positivi “incidentali” rappresenterebbero ormai una quota vicina al 40% dei ricoverati per Covid negli ospedali lombardi, con punte oltre il 50% in strutture come il Niguarda, che stanno creando dei settori isolati per toglierli dai reparti Corona e curarli meglio. All’alta quota di positivi “incidentali”, a quanto Il Giorno può ricostruire, sarebbe legato anche il basso incremento dei ricoverati nei reparti Corona lombardi ieri (negli ultimi giorni crescevano quotidianamente d’un centinaio o più), a causa di centinaia di uscite di pazienti con altre patologie che si sono negativizzati e sono stati trasferiti in area non Covid.

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