Covid, contagi come cinque mesi fa E solo un fragile su 4 ha il richiamo

Più di mezzo milione di lombardi candidati senza quarta dose. Il virologo Pregliasco: fatela, è fondamentale

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di Giulia Bonezzi

Più di tremila contagiati dal coronavirus in tutta la Lombardia di lunedì, la giornata tradizionalmente "scarica" per effetto dei pochi tamponi domenicali. Sono tre volte e mezzo quelli registrati il primo lunedì di giugno, al principio di questa ondata estiva carburata dalla contagiosissima Omicron 5 che secondo gli esperti arriverà al suo picco intorjo a fine mese. Un’iincidenza come quella fotografata giovedì scorso nel monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità, pari a oltre 662 nuovi contagiati ogni centomila lombardi in una settimana, nella nostra regione non si vedeva dall’inizio di febbraio, quando l’Italia stava scendendo, lentamente e in maniera tutt’altro che lineare, dalla prima ondata spinta dalla variante Omicron-base tra Natale e Capodanno. E nel report regionale di sabato era salita ancora a 726, tradotto quasi 73 mila lombardi contagiati nel giro di una settimana.

Anche i ricoverati positivi al Covid negli ospedali stanno aumentando, benché in maniera più contenuta: da domenica nei reparti hanno superato il migliaio (quasi il doppio rispetto all’inizio del mese, ma poco più di un terzo di quelli di febbraio), nelle terapie intensive ieri erano 25, cioè undici più della settimana scorsa, meno dei 31 di lunedì 6 giugno e un decimo rispetto a cinque mesi fa. Non di meno, rimane la necessità di proteggere i più fragili con la quarta dose, insiste il virologo della Statale e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi Fabrizio Pregliasco, stigmatizzando chi suggerisce loro di "aspettare il vaccino nuovo", aggiornato per le nuove varianti in autunno. Una "narrazione sbagliata" che attribuisce "eccessiva benevolenza" a Omicron e sorelle: "Il vaccino disponibile è in grado di rilanciare la risposta immunitaria" ed è "fondamentale per le fasce alle quali viene offerto in questa ondata estiva che sta facendo risalire anche i ricoveri".

Ma il secondo booster non decolla nemmeno in Lombardia, che è tra le regioni più vaccinate, con l’eccezione degli ospiti delle Rsa, dov’ è stato coperto più del 90% dei vaccinabili: un report regionale del 30 giugno mostra che, su una platea di quasi settecentomila lombardi candidati al richiamo in quanto ultraottantenni, fragili over 60 e immunocompromessi che hanno avuto la terza dose da più di quattro mesi e non si sono infettati nel frattempo, solo poco più di 176 mila hanno avuto l’iniezione di rinforzo. Appena uno su quattro.

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