Covid, così l’esplosione di Omicron sta rallentando

In Lombardia la quarta ondata ha raggiunto un picco di velocità il 4 gennaio. La Regione: distinguere i ricoverati positivi ma non per Covid

Variante Omicron

Variante Omicron

di Giulia Bonezzi

Ieri, un normale mercoledì in cui i test effettuati il giorno precedente non scontano alcun rallentamento festivo, in Lombardia sono stati certificati 41.050 nuovi contagiati dal coronavirus, il 18,3% di 223.167 tamponi, numero mai visto fino a qualche settimana fa ma diventato consueto da quando sulla quarta ondata pandemica partita a variante Delta s’è innestata la variabile Omicron. Il giorno prima, martedì, il bollettino regionale ha toccato il record di 265.222 test in un giorno, il 17,1% positivi, aggiungendo al conto 45.555 contagiati. Altro numero senza precedenti fino all’ultimo giorno del 2021, eppure non eguaglia il triplete della scorsa settimana, con più di cinquantamila nuovi casi quotidiani da martedì a giovedì, e tassi di positività tra un test su cinque e uno su quattro.

La frenata, che non è un calo, di Omicron sembra aver toccato un picco di velocità martedì 4 gennaio, per poi continuare a crescere più lentamente: è chiaro nel grafico elaborato dall’assessorato regionale al Welfare, che confronta per ogni giorno l’aumento dei nuovi positivi al virus negli ultimi sette giorni rispetto alla settimana precedente. E mostra come la Lombardia, nell’ultimo mese, sia passata da 50.721 abitanti “attualmente positivi” il 14 dicembre ai 550.496 di ieri, quasi un terzo del milione 641.383 contagi registrati in quasi due anni di pandemia. Ma anche l’esplosione di Omicron tra la settimana di Natale e quella di Capodanno: se martedì 21 dicembre in Lombardia si contavano 38.043 nuovi casi di coronavirus in Lombardia nell’ultima settimana, il martedì successivo, il 28, ne registrava 95.299 in una settimana, con uno sprint del 150%; e uno scatto quasi analogo si osserva la settimana successiva, con un balzo di 224.526 contagi in sette giorni al 4 gennaio. Mentre da quel martedì a martedì scorso si sono aggiunti 271.749 casi: di più, ma solo il 21% in più.

Che in generale in Italia la curva dell’epidemia rispetto alla settimana scorsa stia rallentando lo dice anche il fisico Giorgio Sestili, celebre per le analisi dei dati pandemici sui social. Questo decremento di velocità "potrebbe indicare che non siamo così lontani dal picco, ma le previsioni sono difficili perché non sappiamo se ci sono variabili che non stiamo considerando". Ad esempio la riapertura delle scuole, "anche se l’impressione è che non possa incidere su livelli di contagio così alto".

Nella popolazione lombarda in età scolastica, certifica l’ultimo bollettino regionale, l’esplosione dei contagi tra Natale e Capodanno, con l’incidenza triplicata tra gli under 2 e gli 11-18 enni, e raddoppiata tra i tre-decenni, livellando agli altri i contagi dei bimbi delle elementari che fino al 20 dicembre erano nettamente più alti, non si discosta tra quella vista nella popolazione generale mentre le scuole erano in vacanza. Intanto la variante iper-contagiosa, ma apparentemente meno “cattiva”, cambia le carte anche sul fronte ospedaliero, che ieri ha visto i ricoverati in terapia intensiva diminuire di 3 a 253, pari al 16,5% dei letti in Lombardia, a tre punti e mezzo dall’ultima soglia per andare in zona arancione dato che i positivi in area medica ieri sono aumentati di altri 115 a 3.317, confermando il superamento del 30%.

E però la Regione annuncia che da domani distinguerà i ricoverati Corona tra quelli veramente Covid-dipendenti, per polmoniti e gravi insufficienze respiratorie, e quelli in area Covid solo perché positivi al tampone d’ingresso. Non nei dati inviati al Ministero, "non avendo ancora ricevuto nuove indicazioni", ma intanto per "una rappresentazione più realistica della pressione causata dal Covid sugli ospedali". Secondo "uno studio condotto su sei ospedali" citato da Arnaldo Caruso, direttore del laboratorio di Microbiologia del Civile di Brescia oltre che presidente della Società italiana di virologia, "in quasi il 30% dei ricoverati con Omicron, che nel Bresciano rappresenta ormai quasi il 100% dei nuovi contagi, l’infezione da Sars-CoV-2 viene vista per caso". Ad esempio al Niguarda, spiega il primario della terapia intensiva Roberto Fumagalli, "stiamo realizzando dei settori per curare" i pazienti "positivi ma con altre malattie".

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